BRUXELLES - L'Ue ha già designato zone marine protette "per oltre il 10%" delle proprie aree marine e costiere "con due anni di anticipo rispetto al termine del 2020 fissato come obiettivo internazionale dalla convenzione sulla biodiversità". Lo ha sottolineato il commissario Ue all'ambiente Karmenu Vella aprendo la conferenza congiunta della Commissione europea e dell'Europarlamento sugli 'oceani futuro del pianeta blu'. L'Ue, ha ricordato Vella, sta rispondendo "alla crescente pressione sugli ecosistemi locali, al sovra-sfruttamento della pesca e all'inquinamento" con misure come "le restrizioni alle plastiche monouso, la gestione sostenibile" degli stock ittici e gli investimenti in ricerca e innovazione per "una crescita economica sostenibile" delle aree marine e costiere.
"Mari e coste pulite devono essere motore dell'economia europea, una risorsa unica al mondo", ha detto il presidente dell'europarlamento Antonio Tajani alla conferenza 'Oceani, il futuro del pianeta blu', in corso nella sede dell'Europarlamento di Bruxelles, con oltre mille partecipanti registrati tra cittadini, ricercatori, scienziati, legislatori, imprenditori ed esponenti della società civile e delle associazioni. Per valorizzare la risorsa mare, ha aggiunto Tajani, oltre a "continuare a sostenere il settore ittico con il fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca" servono "maggiori sforzi in investimenti", perché "tutela dell'ambiente, ricerca, innovazione, industria sono indissolubilmente legate". "Dobbiamo avere risorse comuni all'altezza delle sfide che stiamo affrontando - ha concluso Tajani facendo riferimento al dibattito sul bilancio Ue 2021-2027 - e gli Stati membri devono fare la loro parte".
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