(ANSA) - MILANO, 20 SET - Ha preso il suo cestino, hasalutato le amichette sedute al tavolo della mensa ed è andata amangiare da sola in un altro locale della scuola. 'Umiliata epiangendo', ha raccontato poi la madre che ha denunciato che lafiglia sarebbe stata costretta ad allontanarsi dalla mensaperché si era portata il pasto da casa. "Il Comune chieda scusa", è stato il commento dell'assessoreall'Istruzione della Regione Lombardia Valentina Aprea."L'ordinanza del tribunale di Torino del 9 settembre con cui èstato riconosciuto il diritto di consumare un pasto portato dacasa - ha aggiunto - non vale solo per le 58 famiglie che hannointrapreso l'azione legale avverso il ministero a Torino". Mal'opinione del Comune di Milano è diametralmente opposta."L'ordinanza del tribunale di Torino non ha l'efficacia di unasentenza passata in giudicato. Nessuno a Milano può pretenderedi consumare un qualsiasi pasto portato da casa all'interno deilocali adibiti alla refezione scolastica".
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