Strasburgo a favore dello sfruttamento della maternità surrogata come eurocrimine

BRUXELLES - I matrimoni forzati, le adozione illegali e lo sfruttamento della maternità surrogata diventano eurocrimini. È quanto prevede il testo della direttiva contro il traffico di esseri umani e la protezione delle vittime che ha ricevuto il via libera finale dell'Europarlamento. Gli europarlamentari hanno approvato il testo con 563 voti a favore, 7 contro e 17 astensioni.

La direttiva dovrà ora essere adottata formalmente dal Consiglio Ue ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La nuova norma amplia il campo di applicazione delle attuali misure per meglio combattere e prevenire la tratta di esseri umani e per fare questo - si legge in una nota del Pe - criminalizza a livello europeo anche il matrimonio forzato, l'adozione illegale e lo sfruttamento della maternità surrogata.

Inoltre, la direttiva punta a rafforzare il coordinamento tra le autorità antitratta e quelle competenti in materia di asilo e anche a introdurre sanzioni per le imprese condannate per tratta, ad esempio escludendole dalle procedure di appalto e dall'ottenimento di aiuti pubblici o sovvenzioni. "Dodici anni dopo l'adozione della direttiva - ha detto la co-relatrice spagnola del gruppo della sinistra Eugenia Rodríguez Palop - si è resa necessaria una revisione, poiché la tratta sta diventando sempre più sofisticata e le risorse a nostra disposizione sono rudimentali".

"Dobbiamo essere in grado di trovare le vittime in anticipo, proteggerle e sostenerle: dunque, abbiamo coraggiosamente migliorato la proposta", ha detto l'eurodeputata. "La tratta è tortura e l'autore del reato deve pagare per ciò che ha fatto e la vittima deve ricevere un risarcimento per ciò che ha sofferto", ha concluso.

"L'inserimento da parte del Parlamento Europeo dello sfruttamento di donne a fini di utero in affitto tra i crimini relativi alla tratta di esseri umani è un importante affermazione di principio, ma la prossima Eurocamera dovrà avere il coraggio di condannare l'utero in affitto in quanto tale e a prescindere dall'eventuale costrizione della donna coinvolta", ha affermato il portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus Jacopo Coghe.

"La maternità surrogata, infatti, è sempre una pratica commerciale disumana, che strumentalizza il corpo delle donne e trasforma i bambini in beni di consumo, anche quando la donna fosse libera il bambino commissionato sarebbe sempre comunque la vittima di una vera e propria tratta di essere umani", ha insistito l'attivista, auspicando che "si approvi urgentemente in Senato il disegno di legge Varchi per rendere l'utero in affitto un reato universale dopo l'approvazione alla Camera dello scorso luglio". 

Secondo l'associazione "Luca Coscioni" per la libertà di ricerca scientifica il voto "conferma che lo sfruttamento ai fini di gravidanza per altri è l'unico reato universale possibile". "Il divieto assoluto, che vorrebbe introdurre la proposta di legge Varchi oggi in discussione al Senato, favorirebbe l'abuso e la clandestinità", hanno dichiarato le avvocate Filomena Gallo e Francesca Re, avvocate e rispettivamente Segretaria nazionale e membro di giunta dell'associazione.

"La proposta di legge sulla gravidanza per altri solidale che l'Associazione Luca Coscioni ha elaborato insieme ad altre associazioni ed esperti, depositata dai senatori Ivan Scalfarotto e - con alcune modifiche - da Mariolina Castellone al Senato e dal deputato Riccardo Magi alla Camera, al fine di meglio tutelare tutti i soggetti coinvolti, introduce all'art. 600 del codice penale un nuovo reato di riduzione e mantenimento in schiavitù punendo con la reclusione da 8 a 20 anni chi riduce o mantiene una persona in uno stato di soggezione continuativa, costringendola a prestazioni lavorative o sessuali o a portare avanti una gravidanza per altri, in piena aderenza quindi alla direttiva europea approvata oggi", hanno spiegato dall'Associazione.

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