BRUXELLES - Svolta cruciale nell'intensa battaglia in corso da mesi tra Google e gli editori in Francia sul copyright: l'autorità per la concorrenza francese ha stabilito che il gigante del web dovrà negoziare il pagamento di un compenso agli editori per poter condividere i loro contenuti online. Finora il colosso di Mountain View si era rifiutato di applicare la normativa europea sul diritto d'autore nonostante sia già in vigore in Francia, primo Paese a recepirla, dallo scorso ottobre. Ad aver segnato un punto a suo favore è stato quindi il settore dell'editoria e non solo in Francia. La decisione dell'autorità francese "segna un primo passo storico, in cui la Francia comprende la necessità di proteggere la stampa di fronte al comportamento di Google che chiaramente deriva da un abuso di posizione dominante", ha commentato Carlo Perrone presidente dell'Enpa, l'associazione europea degli editori.
"Oggi stiamo sperimentando quanto sia importante la differenza tra notizie false e giornalismo professionale, giornali che producono informazioni reali e Google che ne condivide il profitto". Gli altri Paesi dell'Unione hanno tempo fino alla prossima primavera, cioè al marzo del 2021, per recepire la norma Ue nei rispettivi ordinamenti nazionali. E dopo gli scontri politici registrati al Parlamento europeo in sede di approvazione della direttiva nel marzo 2019 - il Movimento Cinque Stelle si era fortemente opposto alla sua adozione - è facile prevedere che il varo della legge di recepimento in Italia non avrà vita facile. Dopo l'entrata in vigore della norma Ue in Francia, Google aveva ingaggiato un braccio di ferro con il mondo dei media avvertendoli che avrebbe continuato a pubblicare sulle proprie piattaforme articoli solo se gli editori avessero consentito l'utilizzo gratuito. Questo però a discapito della visibilità dei media.
Lo scorso novembre i principali gruppi editoriali transalpini e l'agenzia di stampa AFP avevano dunque presentato un reclamo all'autorità per la concorrenza per abuso di posizione dominante. Oggi l'autorità ha riconosciuto che "le pratiche di Google possono costituire un abuso di posizione dominante e hanno causato un danno grave al settore della stampa". Ed ha quindi a ordinato a Google di "intraprendere, entro tre mesi, i negoziati con gli editori e le agenzie di stampa sulla remunerazione da riconoscere per il riutilizzo dei loro contenuti protetti".
Un'ingiunzione che si dovrà applicare con effetto retroattiva dall'ottobre 2019, cioè dal momento dell'entrata in vigore della direttiva in Francia. A Google non è rimasto per ora che prendere atto della decisione del garante della concorrenza. "Rispetteremo la decisione portando avanti le trattative" con gli editori, ha detto il vicepresidente di Google News, Richard Gingras. "Fin da quando la legge europea sul copyright è entrata in vigore - ha poi aggiunto - abbiamo avviato dialoghi con gli editori per incrementare il nostro supporto e gli investimenti verso l'industria dell'informazione".
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