Ue propone piena flessibilità su uso fondi coesione in risposta a crisi

BRUXELLES - Una flessibilità totale nell'uso dei fondi strutturali europei e un taglio netto alla burocrazia nell'anno contabile 2020-21 per affrontare l'emergenza coronavirus, permettendo ai Paesi di trasferire senza alcun limite risorse fra fondi diversi (sviluppo regionale e sociale), regioni e settori. Inoltre, su richiesta dei Paesi, la Commissione potrà sospendere l'obbligo di co-finanziamento nazionale per i progetti beneficiari dei fondi strutturali, consentendo ai governi di liberare risorse da indirizzare verso altre priorità. E' una proposta senza precedenti quella avanzata oggi dalla Commissione Ue, che completa le misure in vigore dal primo aprile che consentono di riprogrammare fino a 37 miliardi di risorse strutturali già stanziate.

Per l'Italia questo significa avere la possibilità di spostare, se ritenuto necessario, risorse dei fondi strutturali Ue dal Sud verso le regioni del Nord più colpite dall'epidemia. Oppure, di trasferirne altre previste per il digitale, ad esempio, verso il sistema sanitario. Tuttavia, precisa la Commissione in una nota, "per assicurare che l'attenzione" della politica di coesione "resti sulle regioni meno sviluppate, i Paesi membri dovranno prima esaminare altre possibilità rispetto al trasferimento di risorse dai territori meno sviluppati" verso i più ricchi. Questa operazione non deve "ostacolare investimenti essenziali nelle regioni di origine o il completamento di operazioni già selezionate".

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