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Giovedì 15 Ottobre 2009
Afghanistan/ Fonti afgane: non solo l'Italia paga i talebani
Afghanistan/ Fonti afgane: non solo l'Italia paga i talebani Per un alto ufficiale di Kabul mazzette a insorti pratica diffusa
Kabul, 15 ott. (Apcom) - "Molti paesi della Nato" impegnati in Afghanistan, fra cui l'Italia, pagano gli insorti perché i loro soldati non siano attaccati. Lo riferisce un alto ufficiale dell'esercito afgano, sotto anonimato, all'agenzia France Presse, commentando lo scoop del Times, secondo cui i servizi italiani avrebbero dato soldi ai talebani per mantenere calma la regione di Sarobi. Per la stessa fonte, quella delle mazzette ai capi talebani è una pratica diffusa su vasta scala, fatta eccezione per gli inglesi e gli americani.Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, oggi ha replicato che "le informazioni date dal 'Times' sono spazzatura e come tale vanno da noi considerate". Il ministro ha precisare di avere dato incarico, "di procedere ad affidare ai legali il compito di denunciare il 'Times'. Vedremo chi ha la potestà, se il ministro o il Governo". Anche l'esecutivo francese ha definito le notizie riportate dal Times "prive di fondamento".La fonte afgana, però, rilancia, tirando in ballo gli italiani, ma non solo. "Posso certamente confermare che siamo a conoscenza del fatto che gli italiani pagassero l'opposizione (armata, ndr) a Sarobi per non essere attaccati. Abbiamo informazioni su accordi simili nella provincia di Herat (nell'ovest) da parte delle forze italiane della Nato di stanza lì" dichiara l'alta fonte militare, citata dall'Afp, in merito alle accuse del Times di Londra secondo cui i servizi segreti italiani avrebbero pagato gli insorti afgani per evitare assalti terroristici alla base di Sarobi, 65 chilometri a est di Kabul."Molti paesi Nato, i cui soldati operano nelle zone rurali dell'Afghanistan - aggiunge la fonte afgana - pagano gli insorti per non essere attaccati". Secondo il Times le forze francesi, che subentrarono nel 2008 a quelle italiane dispiegate a Sarobi, non vennero informate dei pagamenti e di conseguenza sottovalutarono la situazione nella regione e non presero le dovute precauzioni subendo numerosi attacchi, fra cui l'agguato in cui lo scorso anno persero la vita dieci paracadutisti.(fonte Afp)
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