Al G20 accordo ministri finanziari: No a svalutazioni competitive

Al G20 accordo ministri finanziari: No a svalutazioni competitive Sì anche a riforma Fmi: Più peso emergenti,Italia resta nel board

Gyeongju, Corea del Sud, 23 ott. (Ap) - Accordo tra economie avanzate e giganti emergenti volto a scongiurare "svalutazioni competitive" delle monete, laddove si punta a perseguire politiche volte a ridurre gli squilibri globali che minacciano la ripresa. Questi gli impegni messi nero su bianco sul comunicato diffuso al termine del G20 tra ministri delle Finanze e banchieri centrali a Gyeongju, in Corea del Sud, un incontro preparatorio al vertice dei leader globali che si terrà l'11 e 12 novembre a Seul. Nell'incontro è stato anche raggiunto un accordo sulla riforma del Fondo Monetario Internazionale che contempla un maggior peso dei Paesi emergenti nel board dell'istituzione.Le 20 maggiori economie della Terra, oltre ai paesi avanzati del G7 anche i nuovi pesi massimi emergenti, come Cina, India, Brasile e Russia si impegnano a "muovere verso un sistema di tassi di cambio valutari maggiormente determinati dal mercato", recita il comunicato diffuso al termine del vertice. Inoltre si concorda nell'asternersi dall'effettuare "svalutazioni competitive delle valute".Una formula che sembra voler scongiurare direttamente quei rischi di una guerra globale sui cambi che circolavano da settimane. In pratica, si temeva che di fronte a un rallentamento della ripresa globale diversi paesi potessero cercare di sostenere le esportazioni facendo leva sui cambi, ossia tenendo basse le loro rispettive monete. La questione era però molto controversa, in quanto oggetto di accesi scambi tra Stati Uniti ed Europa, da una parte, e i paesi emergenti, Cina in testa dall'altra.Al vertice è stato raggiunto anche un accordo per la riforma del Fondo Monetario Internazionale. "Si tratta della riforma più importante mai adottata dal Fondo monetario internazionale, è un accordo storico" ha annunciato il direttore dell'istituzione di Washington, Dominique Strauss-Kahn. La riforma, di cui il presidente sudcoreano, Lee Myung-Bak, aveva sottolineato la necessità, "non è ancora che una proposta che deve essere sottoposta al consiglio di amministrazione del Fondo" che si riunirà all'inizio di novembre, ha reso noto il suo direttore generale. La riforma "legittimerà totalmente il consiglio di amministrazione", dove siederanno "i dieci più importanti azionisti: gli Stati Uniti e il Giappone, quattro Stati europei (Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia) e i Paesi Bric" ovvero Brasile, Russia, India e Cina, ha aggiunto Strauss-Kahn.La riforma aumenterà il capitale dell'istituzione e i seggi dei Paesi emergenti nel suo consiglio di amministrazione.

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