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Lunedì 26 Ottobre 2009
Arabia saudita/ Re Abdullah annulla frustate a giornalista donna
Arabia saudita/ Re Abdullah annulla frustate a giornalista donna Rea di avere trasmesso programma sul sesso
Riad, 26 ott. (Apcom) - Il sovrano saudita, Abdullah Bin Abdul Azizi, ha annullato una sentenza di condanna a 60 frustate emesse da un tribunale del regno contro una giornalista donna per avere trasmesso un programma tv che parlava delle esperienze sessuali di un saudita.Il sovrano saudita, manda un altro segnale ai suoi sudditi contro la pratica della flagellazione tanto cara alle corti islamiche del suo Regno. Con un intervento senza precedenti, stamani, il Re Abdullah Bin Abdul Azizi ha annullato la prima sentenza di questo genere emessa due giorni fa da una Corte saudita contro una donna.Sabato scorso, un tribunale aveva condannato a 60 frustate la giornalista, Rozana al Yami (22 anni) giornalista dell'emittente LBC che aveva partecipato alla messa in onda di un show in cui un uomo si è vantato delle proprie esperienze sessuali.La giornalista ha raccontato che il giudice ha lasciato cadere le accuse sul suo coinvolgimento diretto nel programma ma l'ha comunque condannata per aver lavorato part-time per il canale televisivo. La rete satellitare, di cui e' peraltro è comproprietario il principe saudita Al Waleed bin Talal, e' stata oscurata nel regno. Un'altra collega di Rozana era stata fermata insieme a lei ma e' scampata alla condanna. Peggio e' andata al protagonista diretto dello scandalo, Mazen Abdul Jawad, che il 7 ottobre era stato condannato a cinque anni di prigione e 1000 frustate perche' il suo comportamento era stato giudicato "'immorale" secondo la sharia (la severe legge coranica in vigore in Arabia Saudita).Non solo. Tre amici dell'uomo, che avevano partecipato allo stesso programma, sono stati condannati a due anni di carcere e 300 frustate ciascuno. "E' una condanna per tutte le giornaliste", ha detto al Rozana precisando di non avere intenzione di fare ricorso per il timore di ricevere una pena piu' severa.
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