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Venerdì 29 Ottobre 2010
Bankitalia: Economia italiana ferma e Pil all'1% anche nel 2011
Bankitalia: Economia italiana ferma e Pil all'1% anche nel 2011 Disoccupazione all'11%, Tremonti conferma i numeri
Roma, 29 ott. (Apcom) - L'economia italiana rimane ferma al palo con una crescita della ricchezza ancora inchiodata all'1 per cento sia nel 2010 che nel 2011. L'allarme viene dal Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, che alla cerimonia per la giornata del risparmio ha ribadito: la dissocupazione reale è all'11%, ben oltre l'8,2% rilevata dall'Istat ad agosto e che, però, non conteggia i cassaintegrati e chi non cerca lavoro. I dati di Via Nazionale hanno trovato il pieno consenso del ministro dell'Economia Giulio Tremonti che ha chiuso la polemica dei giorni scorsi sulle cifre: "Nell'accezione di oggi - ha dichiarato Tremonti - c'è assoluta condivisione".In base ai calcoli presentati nel bollettino economico in quasi due anni sono andati persi 560 mila posti di lavoro. I più colpiti sono i precari, il tasso di disoccupazione dell''11% è stato calcolato tenendo conto anche dei lavoratori in cassa integrazione e gli "scoraggiati".Secondo il quadro illustrato da Bankitalia l'incertezza sul futuro spaventa le famiglie italiane che in tempi di crisi hanno drasticamente frenato i consumi a conseguenza del congelamento dei redditi. "Allo sviluppo economico serve il contributo della domanda interna - ha dichiarato il Governatore - quel circolo virtuoso che da consumi evoluti e investimenti lungimiranti porta a redditi alti e diffusi e ancora consumi e benessere".Non è mancato il riferimento esplicito agli istituti di credito e ai loro costi "le banche non devono colpire i clientipiù deboli con commissioni esorbitanti" è stato il monito di Draghi che ha condannato ogni forma di ingerenza dellapolitica nelle banche, perchè "l'Italia - ha detto - non può tornare indietro di vent'anni".L'allarme di Via Nazionale è globale. La ripresa mondiale è "a rischio" ha sottolineato il Governatore e "l'unica risposta possibile è "un più stretto coordinamento tra le politiche economiche dei principali paesi esteri" ha concluso.
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