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Lunedì 14 Dicembre 2009
Berlusconi/ Di Pietro:Contro di me criminalizzazione sconsiderata
Berlusconi/ Di Pietro:Contro di me criminalizzazione sconsiderata Ma non mi iscrivo per questo al club degli ipocriti di maniera
Roma, 14 dic. (Apcom) - Antonio Di Pietro respinge con fermezza le critiche che gli piovono addosso per aver incluso Silvio Berlusconi e il suo Governo fra le cause del disagio sociale da cui può essere nata l'aggressione del Premier a piazza Duomo e punta il dito contro "il balletto sconsiderato di criminalizzazione nei miei confronti a cui sto assistendo da ore"."Sto assistendo da ore - dice Di Pietro in collegamento con Sky Tg 24- ad un balletto sconsiderato di criminalizzazione di chi come me da mesi ha lanciato e lancia l'allarme sui rischi del forte disagio e della disperazione sociale che registro girando ogni giorno per le piazze d'Italia a causa delle politiche sociali e della promozione prevalente di interessi personali di questo Governo. Questo ho detto e questo ribadisco". Perchè "non intendo iscrivermi al club degli ipocriti di maniera di cui vedo ingrossarsi le file, che dice che ora 'tutto va bene madama la marchesa', volendo usare questo gesto di violenza follia come una spugna che funzioni da lavacro per quanto ha fatto e sta facendo questo governo"."Io - sottolinea ancora Di Pietro - ribadisco che condanno edeploro senza sconti nè indugi questa aggressione violenta al Presidente del Consiglio. Questo signore va assicurato alla giustizia e si deve fare di tutto perchè questo resti un gesto isolato di un folle perchè la violenza va sempre condannata con la massima fermezza e va isolata . Ma ribadisco anche che quanto è accaduto non deve cancellare le responsabilità e le cause di una disperazione sociale che nel Paese c'e' e che è frutto del comportamento del Governo e del Primo Ministro. Una cosa - ha detto ancora Di Pietro- è l'aggressione a Berlusconi la condanna della violenza, un'altra la riflessione politica su cause e responsabilità di un fortissimo disagio sociale dovuto alle scelte personalistiche di chi ci governa le cui conseguenze non sono prevedibili e possono sfociare in atti di violenza".
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