apcom
Domenica 13 Dicembre 2009
Boss mafioso scarcerato; Fratello vittima: decisione scandalosa
Boss mafioso scarcerato; Fratello vittima: decisione scandalosa "A nostra madre non abbiamo avuto il coraggio di dirlo"
Roma, 13 dic. (Apcom) - La decisione di scarcerare l'assassino di Graziella Campagna "è scandalosa", tanto che "non abbiamo avuto il coraggio di dirlo a nostra madre": così Pasquale Campagna, uno dei fratelli della 17enne uccisa 24 anni fa dalla mafia, perché nella lavanderia dove lavorava per aiutare la famiglia aveva trovato per caso in una camicia un documento che comprometteva due latitanti, i suoi killer. Pasquale Campagna riesce con sofferenza ma dignità a trattenere il dolore, ma grida la sua indignazione. "E' scandaloso - ripete ad Apcom - non devono esserci dei cavilli tecnici che possano deviare una sentenza. Toglierci giustizia". Venerdì, alla vigilia del 24esimo anniversario dell'assassinio di Graziella, il Tribunale di sorveglianza di Bologna ha concesso gli arresti domiciliari al 71enne Gerlando Alberti junior, le sue condizioni di salute sono state giudicate non compatibili con la detenzione carceraria, accogliendo l'istanza del difensore Antonello Scordo. Ora, l'uomo condannato all'ergastolo per l'omicidio di Graziella Campagna, potrà scontare la sua pena nella sua casa di Falcone, in provincia di Messina, a pochi chilometri dal paese della 17enne che uccise.E a Saponara tutti oggi hanno partecipato alla manifestazione per il 24esimo anniversario dell'assassinio di Graziella. E molti i giovani. "E' stata una grande manifestazione, con una grande partecipazione, soprattutto da parte degli studenti che sono arrivati numerosissimi", sottolinea Pasquale, ribadendo: "Purtroppo ancora una volta dalla giustizia italiana arriva la nota sconvolgente, la notizia scandalosa dei domiciliari concessi a Gerlando Alberti junior condannato con una pena certa e definitiva all'ergastolo per l'omicidio di Graziella. Non devono esserci dei cavilli tecnici che possano deviare una sentenza". Pasquale fa un rimprovero-appello anche alla stampa: "Le istituzioni nazionali, soprattutto la stampa, devono parlare di cose serie, dei mali veri. Uno dei quali da oggi è quella decisione del giudice di Bologna è bruttissima, e non dedicare ore di trasmissioni a Corona che ha il coraggio di dire che si vergogna di essere italiano. E non si parla di una ragazzina trucidata da 5 colpi di lupara a 17 anni, e di un uomo condannato dopo 24 anni di processo, più dell'intera vita di Graziella e ora agli arresti domiciliari, con la sua famiglia"."Noi - continua il fratello della 17enne uccisa - la famiglia di Graziella, abbiamo perso tutto con la sua morte, ma con la sentenza di condanna dei suoi assassini avevamo pensato che almeno fosse fatta giustizia. Oggi non è più così. Io mi auguro che quella del ministro Alfano sia un'ispezione valida, vera". Alla manifestazione, che ogni anno a Saponara ricorda quel delitto atroce, c'era anche un altro fratello di Graziella, Pietro Campagna, carabiniere, fu lui che scoprì nel fango il corpo trucidato della sorella, e oggi nonostante tutto, nel suo discorso ha lanciato un messaggio di speranza, di fiducia nella giustizia e di coraggio: "Siamo più forti"."Mio fratello Pietro - dice Pasquale con la voce quasi rotta - ancora ha fiducia nella giustizia, da persona favolosa qual è, per la divisa di carabiniere che porta con amore, che ha lottato e lotterà per tutta la vita in nome della giustizia, credendo nella giustizia.Io sono l'altra parte, il fratello scoraggiato. Ma quello che ci rende nobili entrambi è che non abbiamo paura di parlare, di dire quello che pensiamo. Pietro ha ancora fiducia, spero che venga ripagata, perché se lo merita, se lo meritano Graziella, su madre e suo padre, Antonino Campagna, che purtroppo ci ha lasciati a luglio".Non sa ancora niente la madre di Graziella, nessuno sa come dirglierlo: "Mia madre - racconta Pasquale - non lo sa ancora, non abbiamo il coraggio di dirglielo, non troviamo le parole. Come si può dire ad una madre a cui hanno ucciso al figlia a 17 anni?". E rinnova l'appello alla stampa: "Ditelo voi, che quel giudice ha sbagliato. Che non ci sia una protesta e poi si dimentica". Perché si parla poco di mafia, perchè non se ne parla mai abbastanza: purtroppo cresce come l'erba, e non illudiamoci, più la si taglia e più cresce". La speranza per il fratello di Graziella sono i giovani, i giovani come sua sorella uccisa, ed è per loro che dovrebbe esserci una vera giustizia: "I ragazzi qui si impegnano nei progetti a scuola contro la mafia, fanno slogan, cortei, magliette no mafia, e si impegnano e si fanno forti per dire no alla mafia e poi la risposta che arriva proprio dalla giustizia è questa".
© RIPRODUZIONE RISERVATA