Copenaghen/ Notte di negoziati, si lavora per l'accordo

Copenaghen/ Notte di negoziati, si lavora per l'accordo Grande attesa per Obama, oggi potrebbe rlanciare offerta Usa

Copenaghen, 18 dic. (Apcom) - Il pressing finale dell'Ue per salvare l'accordo sul clima alla Conferenza Onu di Copenaghen sembra aver dato i suoi frutti. Il summit informale notturno dei capi di Stato e di governo protagonisti del negoziato, convocato dalla presidenza danese della Conferenza, ma su iniziativa del presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso e del presidente di turno del Consiglio europeo, il premier svedese Fredrik Reinfeldt, si è concluso attorno alle 2.30 in modo apparentemente positivo.I leader dei quasi 30 paesi presenti al summit informale si sono dati appuntamento dopo le 8. Nel frattempo, la presidenza danese della Conferenza Onu ha convocato gli sherpa delle delegazioni, mettendoli al lavoro per il resto della notte per produrre una bozza di accordo, che servirà come base e 'direzione politica' per le discussioni dei capi di Stato e di governo. La bozza riguarderà tutti i punti chiave ancora aperti, per entrambi i binari del negoziato, quello sul trattato che succederà al Protocollo di Kyoto, e quello complessivo della Convezione sui cambiamenti climatici. Il testo dovrebbe contenere anche le cifre delle riduzioni delle emissioni dei diversi paesi e dei finanziamenti ai paesi in via di sviluppo.Al summit notturno hanno partecipato, oltre a Barroso e Reinfeldt, il Segretario generale dell'Onu,B an Ki Moon, il segretario di Stato Hillary Clinton per gli Usa, e i leader o rappresentanti di Danimarca, Regno Unito, Germania, Francia, Polonia, Spagna, Russia, Norvegia, Giappone e Australia, nonché i paesi emergenti Cina, India, Brasile, Messico, Sudafrica e Corea del Sud, e poi l'Arabia Saudita (come rappresentante del'Opec), il Sudan (come rappresentante del G77), e poi l'Algeria e l'Etiopia per l'Africa, Grenada et le Maldive (come rappresentanti del gruppo Aosis dei piccoli Stati insulari), il Lesotho come rappresentante dei paesi meno avanzati (Pma), il Bangladesh, fra gli Stati più vulnerabili al combiamento climatico, e Indonesia e Colombia, paesi che ospitano, col Brasile, le più grandi foreste tropicali.Dopo questa notte di negoziati, comunque, l'attenzione di tutti sarà oggi concentrata sull'arrivo di Barack Obama, oggetto di un'attesa quasi messianica. Dal suo intervento ci si aspetta un nuovo inmpulso e soprattutto una nuova offerta, tale da sospingere tutti a trovare il tanto sospirato accordo per ridurre le emissioni di gas serra e "salvare il pianeta".Obama potrebbe mettere sul tavolo, se non ulteriori tagli delle emissioni interne negli Usa, almeno cospicui impegni finanziari per ridurre i gas serra altrove nel mondo, per esempio per fermare la deforestazione nei paesi tropicali. La somma delle riduzioni interne e di quelle finanziate all'estero dovrebbe rendere lo sforzo Usa 'paragonabile' a quello europeo. Di fronte a quest'impegno, l'Ue dovrebbe decidere di portare il proprio obiettivo di riduzione dei gas serra dal 20%, già deciso unilateralmente, al 30% entro il 2020. Per preparare questa decisione (per la quale ci sarà bisogno di convocare un breve Consiglio europeo straordiario a Copenaghen) ieri sera la presidenza svedese e la Commissione Ue hanno chiesto ai capi di governo dei Ventisette fin dove potessano spingersi nell'impegno a ridurre ulteriormente le emissioni per il 2020. Secondo un ministro presente alla riunione non tuttii paesi hanno risposto chiaramente, ma la Germania ha offerto il 42%.

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