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Giovedì 15 Ottobre 2009
Crisi, Bankitalia: Persi 500.000 posti di lavoro
Crisi, Bankitalia: Persi 500.000 posti di lavoro E su scudo fiscale è botta e risposta con Tremonti
Roma, 15 ott. (Apcom) - Sono ben 500.000 i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro solo nel secondo trimestre di quest'anno. Circa 300mila sono precari. A mettere a fuoco questo drammatico dato è la Banca d'Italia che nel Bollettino economico sottolinea che nel secondo trimestre la perdita generale di posti di lavoro "è risultata di oltre mezzo milione di occupati rispetto a un anno prima, escludendo dal computo l'effetto delle iscrizioni all'anagrafe di lavoratori immigrati".Intanto si è consumato un botta e risposta a distanza tra Bankitalia e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Oggetto della contesa lo scudo fiscale. Per il direttore generale Fabrizio Saccomanni lo scudo fiscale potrà avere "effetti negativi sugli incentivi dei contribuenti a pagare le imposte in futuro". Immediata la replica del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: "se c'è una ragione di allarme, lo escludo e trovo veramente curioso che ci sia una coincidenza di pensiero tra i moralisti, l'etica legale e i banchieri svizzeri: dicono tutti la stessa cosa"."La differenza rispetto all'altro scudo - ha aggiunto il ministro - è che questo meccanismo viene applicato ormai dappertutto, non è più un problema italiano. Con vari nomi, ma il rimpatrio viene operato in vari Paesi". Le osservazioni sullo scudo fiscale del direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, sono "un rilievo che può avere o non avere ragione - ha sottolineato Tremonti - e secondo me è discutibile che abbia ragione. L'etica legale coincide con l'interesse dei banchieri svizzeri, con rispetto parlando".Ma facendo un confronto con gli altri Paesi europei, Saccomanni ha rilevato che "nelle esperienze di altri paesi l'emersione comporta il pagamento dell'intero ammontare delle imposte dovute e non versate, inclusi gli interessi per ritardato pagamento. A queste somme - ha aggiunto - si aggiunge talvolta una sanzione, seppure ridotta rispetto a quanto previsto ordinariamente dalla legislazione tributaria. In alcuni paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, non è previsto l'anonimato".
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