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Venerdì 12 Novembre 2010
Cultura/ Oggi musei e siti sbarrati in protesta contro tagli
Cultura/ Oggi musei e siti sbarrati in protesta contro tagli Idea senza precedenti anche in biblioteche, parchi archeologici
Roma, 12 nov. (Apcom) - Turisti italiani di fronte a porte e portoni sbarrati: scatta oggi una mobilitazione senza precedenti, una protesta mai tentata prima, con musei, biblioteche, siti archeologici, luoghi di spettacolo in tutta Italia che chiudono i battenti e fermano le loro attività "per richiamare l'attenzione sugli effetti dirompenti che la manovra finanziaria avrà sul settore, già a partire dal prossimo anno, e per riaffermare il diritto alla cultura". L'iniziativa "12 novembre 2010: Porte chiuse, luci accese sulla cultura" è promossa da Federculture e dall'Anci, l'associazione nazionale comuni italiani, con il sostegno del Fai.A Roma, Venezia, Milano, Torino, Bari passando per Grosseto, Matera e Foggia, amministrazioni pubbliche, associazioni e aziende si mobilitano, dunque, per sensibilizzare l'opinione pubblica, il mondo politico e il Governo "innanzitutto rispetto alla necessità di modificare quegli articoli della manovra che altrimenti assesteranno un durissimo colpo alla cultura italiana, ma anche per riaffermare il valore del settore e l'esigenza di valorizzarlo adeguatamente". La mobilitazione si articola in forme diverse e per gli enti che non potranno procedere alla chiusura delle loro strutture è comunque possibile aderire all'iniziativa adottando modalità alternative di partecipazione e comunicazione della protesta.Nei giorni scorsi il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha incontrato Anci e Federculture impegnandosi a sospendere per un anno, nell'ambito del decreto "milleproroghe", l'applicazione di quelle norme segnalate dalle due associazioni che producono effetti "particolarmente negativi" sul settore della cultura, ed ad attivare immediatamente un tavolo tecnico per addivenire ad una loro sostanziale modifica. Per Anci e Federculture si tratta di un "primo importante risultato effetto della grande mobilitazione del settore", ma non sufficiente a sospendere la mobilitazione di oggi.
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