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Martedì 23 Novembre 2010
Cybercrime/Polizia:51 arresti per pedopornografia, 76 per hacking
Cybercrime/Polizia:51 arresti per pedopornografia, 76 per hacking Dati Polizia postale primi 9 mesi 2010: reati in crescita
Roma, 23 nov. (Apcom) - Aumenta il tempo di connessione sulle siti Internet e crescono anche i reati informatici. Nei primi nove mesi del 2010, la Polizia Postale ha denunciato 819 persone per reati in materia di e-commerce e ha portato a termine 37 arresti. Impressionante anche il numero delle persone denunciate per hacking, pari a 2913 con 76 arrestati, e quelli per reati pedopornografici, pari a 475 denunciati con 51 arrestati. Sono i dati aggiornati diffusi oggi dalla Polizia postale nel corso della firma del protocollo di intesa con il colosso Symantec.Sono inoltre stati arrestati 3 soggetti per terrorismo condotto con mezzi informatici e denunciate 69 persone per lo stesso reato. Nello stesso periodo il commissariato online della Polizia Postale, www.commisariatodips.it, ha ricevuto 757 segnalazioni, 189 denunce e 565 richieste di informazioni per fatti relativi alla rete internet. "L'attività di contrasto - ha spiegato il direttopre della Polizia postale, Antonio Apuzzo, - è forte non solo nella repressione die crimini informatici ma soprattutto nella prevenzione".I dati di Polizia Postale confermano quanto emerso dal recente rapporto pubblicato da Symantec, il Norton Cybercrime Human Impact Report: secondo lo studio, infatti, il 69% della popolazione italiana ha subito una qualche forma di cyber crimine contro una percentuale mondiale del 65%. Inoltre, il 51% degli intervistati ha scoperto il proprio PC infetto da virus o malware, il 10% è stato vittima di truffe online e il 4% ha subito il furto d'identità.Non stupisce, quindi, che quasi nove adulti su dieci (86%) dichiarino di essere preoccupati del cybercrime e oltre un quarto (28%) si aspetti di rimanere vittima di frodi o sottrazioni online. Solo una piccola minoranza (3%) è convinta di essere immune al crimine informatico. Tuttavia, nonostante l'universalità della minaccia e l'incidenza del crimine informatico, solo la metà (51%) della popolazioneadulta si dichiara disponibile a modificare il proprio comportamento online qualora rimanesse vittima di un crimine.
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