Frosinone, sgominata banda del gasolio agricolo:3 arresti

Frosinone, sgominata banda del gasolio agricolo:3 arresti Decine d'indagati; imprenditori pagati con assegni rubati

Roma, 6 mar. (Apcom) - Riciclaggio, truffa e ricettazione. Questele accuse mosse a tre italiani arrestati alle prime lucidell'alba dai carabinieri della compagnia di Pontecorvo, inprovincia di Frosinone. Si tratta della cosiddetta 'banda delgasolio agricolo' che acquistava migliaia di litri di carburantepagandolo poi con assegni rubati. Scoperto un giro d'affari dicentinaia di migliaia di euro.I militari hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare incarcere e decine di perquisizioni in diversi comuni,disarticolando così l'organizzazione criminale. A finire incarcere, Morgan Di Veglia e Marco Centofante, 30enni diPontecorvo, mentre a Luigi Moretti, 60 enne di Esperia è stataconcessa la detenzione domiciliare in quanto incensurato.Perquisite abitazioni, masserie e uffici di decine di altriindagati, tutti residenti nel pontecorvese, la cui posizione èora al vaglio degli inquirenti.L'indagine, nata negli ultimi mesi dello scorso anno, è partitadalle segnalazioni e dalle denunce sull'attività apparentementetruffaldina di un imprenditore agricolo pontecorvese,successivamente risultato assolutamente estraneo alla vicenda. Latecnica messa a punto dalla banda per acquistare migliaia dilitri di gasolio agricolo e pagare poi con assegni rubati eracollaudata: dapprima venivano contattati gli imprenditoripetroliferi, ai quali gli indagati si presentavano con il nomedell'imprenditore e mostrando un falso certificato Uma, ildocumento che autorizza alla fornitura di gasolio agricolo aprezzo privilegiato. La consegna del carburante era solitamentepreceduta da una telefonata con cui il falso imprenditoreavvertiva il fornitore che, a causa di impegni, avrebbe fattotrovare all'appuntamento il proprio figlio, che avrebbe pagato.Il pagamento, in effetti avveniva, ma con assegni regolarmenterubati, previo appuntamento alla periferia della città e consegnain cisterne mobili posizionate appositamente in improbabilimasserie.I carabinieri, grazie soprattutto alle testimonianze delle partioffese e ai pedinamenti, sono riusciti a collegare tra loro isingoli episodi e a identificare i responsabili, tra i qualiquelli raggiunti dall'ordine di arresto. Un giro d'affari stimatodi centinaia di migliaia di euro, ma i carabinieri contano sulfatto che altri imprenditori truffati possano ora sporgeredenuncia.In queste ore, gli investigatori stanno analizzando ladocumentazione sequestrata sia alle persone arrestate che aglialtri indagati nel corso delle perquisizioni. Materiale definito"molto interessante" e che potrebbe portare già nei prossimigiorni ad ulteriori sviluppi.

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