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Giovedì 29 Ottobre 2009
Giustizia/ Berlusconi riaccende lo scontro. Anm: no intimidazioni
Giustizia/ Berlusconi riaccende lo scontro. Anm: no intimidazioni I tribunali come sezioni di partito? Alfano: nessuno lo ha detto
Roma, 29 ott. (Apcom) - Sono gli attacchi ai "giudici comunisti" lanciati dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a riaccendere l'ennesimo scontro tra toghe e politica, uno scontro che mal si inserisce nel 'panorama riformista' disegnato anche ieri al Cdm dal Guardasigilli Angelino Alfano e che il presidente della Repubblica vorrebbe il più condiviso possibile. In particolare, alle toghe non sono piaciute le parole del premier sulle presunte connotazioni politiche di certi tribunali, colpevoli, secondo Berlusconi, di amministrare giustizia sulla base di convinzioni politiche."Ogni occasione - hanno perciò scritto i vertici dell'Ann in una nota redatta al termine della giunta di oggi - sembra buona per denigrare l'ordine giudiziario e descrivere i palazzi di giustizia come sezioni di partito, frequentate da magistrati militanti. Nessun ufficio giudiziario merita queste infondate e ridicole definizioni, tanto meno quello di Milano". "E infatti - ha tagliato corto in proposito lo stesso ministro Alfano - nessuno lo ha mai detto".Eppure, anche il Csm è entrato di nuovo nella partita. Dopo la pratica a tutela licenziata la scorsa settimana in solidarietà al giudice Raimondo Mesiano, "spiato e pedinato dalle televisioni del premier con chiaro intento intimidatorio", l'organo di autogoverno della magistratura ha palesato l'intenzione di intervenire nei confronti anche delle ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio. "Un intervento del Csm su queste nuove dichiarazioni - ha fatto sapere il togato di Md Livio Pepino - è necessario e fuori discussione, ma questo non vuol dire che necessariamente bisogna aprire una nuova pratica a tutela". L'ipotesi più gettonata, quindi, è inserire un riferimento alle parole di Berlusconi nelle pratiche aperte circa un mese fa, dopo gli attacchi alle procure di Milano e Palermo.Sul fronte legislativo, intanto, è da registrare l'approvazione in Cdm di un decreto legislativo che istituisce la mediazione giudiziaria come soluzione alternativa per le contese in materia di giustizia civile, un provvedimento, ha detto Alfano, "che mi fu suggerito dall'Anm al momento del mio insediamento al dicastero di via Arenula" e sul quale il ministro si aspettava dalle toghe un plauso che non è mai arrivato. Procedono poi senza sosta gli incontri e i conciliaboli sulla più volte ipotizzata riforma globale della giustizia, che vede tra l'altro alcune divergenze di opinioni anche in maggioranza.
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