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Venerdì 04 Dicembre 2009
Mafia/ Spatuzza parla di Berlusconi: ci mise in mano il Paese
Mafia/ Spatuzza parla di Berlusconi: ci mise in mano il Paese Corte decide di sentire fratelli Graviano 11 dicembre a Palermo
Milano, 4 dic. (Apcom) - Sono le 12.35 quando Gaspare Spatuzza, il boss affiliato al clan dei fratelli Graviano, cita per la prima volta il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi "quello di Canale 5". E' nell'aula bunker del tribunale di Torino e sta ricostruendo davanti alla Corte d'Appello di Palermo di un incontro a Roma con Giuseppe Graviano prima dell'attentato allo stadio Olimpico: "Con espressione gioiosa - dice il boss - Giuseppe Graviano mi riferisce che abbiamo chiuso tutto e ottenuto quello che volevamo grazie alla serietà delle persone che ci hanno messo il Paese nelle mani". E' il momento-clou dell'udienza d'appello contro Marcello Dell'Utri, celebrata a Torino tra stringenti misure di sicurezza e il divieto assoluto per telecamere e fotografi di riprendere il boss.Si va aventi per tutto il giorno: prima il respingimento della Corte dell'inammissibilità di Spatuzza a testimoniare chiesta dalla difesa di Dell'Utri. Poi il procuratore generale, Antonino Gatto, inizia l'interrogatorio. Una pausa di un'oretta a metà giornata e tocca ai legali della difesa, Nino Mormino e Alessandro Sammarco. La corte a quel punto si ritira in camera di consiglio e decide che occorre ascoltare Filippo e Giuseppe Graviano, per avere un riscontro sulle dichiarazioni del pentito. Lo farà l'undici dicembre a Palermo nell'aula della prima sezione penale della Corte d'appello.In aula a Torino questa mattina c'era anche Dell'Utri, che è già stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Spatuzza parla nascosto da un paravento, e ricostruisce il colloquio al bar Doney di via Veneto a Roma con Giuseppe Graviano: "Con espressione gioiosa come se avesse vinto alla Lotteria o avesse avuto un figlio - dice - Giuseppe Graviano mi riferisce che hanno chiuso tutto e ottenuto quello che volevamo grazie alla serietà delle persone che avevano portato avanti quella storia e non come quei quattro crasti socialisti che avevano preso i voti nel 1988 e 1989 e poi ci avevano fatto la guerra". Dietro i "quattro crasti" di cui parla Spatuzza ci sono i socialisti che il clan Graviano ha sostenuto nelle elezioni alla fine degli anni Ottanta. "Nel 1988 o 1989 Giuseppe Graviano mi disse portare avanti le candidature socialiste - racconta - All'epoca Claudio Martelli era capolista, c'era Fiorino e altri che non ricordo. A Brancaccio facemmo di tutto per farli eleggere e i risultati si videro: facemmo bingo".(segue)
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