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Martedì 16 Novembre 2010
Malati di Sla in presidio a ministero Economia: Vogliamo risposte
Malati di Sla in presidio a ministero Economia: Vogliamo risposte Tremonti: faremo emendamento a ddl stabilità per dare sostegno
Roma, 16 nov. (Apcom) - I malati di Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, di nuovo costretti a scendere in piazza "a difesa della propria dignità": stavolta i malati, alcuni dei quali in carrozzina, in ventilazione e nutrizione artificiale, accompagnati dai parenti che li assistono da sempre, hanno organizzato un presidio davanti al ministero dell'Economia per chiedere a Tremonti l'applicazione dei Lea, i livelli essenziali di assistenza. Tremonti ha garantito che il governo presenterà un emendamento al ddl stabilità per dare sostegno ai malati di Sla, ma i malati ricordano che sin dall'inizio della loro lotta, cominciata un anno fa con lo sciopero della fame di Salvatore Usala, sono arrivate dal governo "solo promesse, non mantenute".Il 21 giugno scorso i malati di Sla erano scesi in piazza e furono ricevuti dal sottosegretario Gianni Letta, che si era reso garante dell'approvazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, l'insieme delle cure che devono essere garantite dal Servizio Sanitario Nazionale su tutto il territorio italiano, "fermi oramai da tempo immemore alla verifica della copertura finanziaria da parte del Ministero del Tesoro", ma dal ministro dell'Economia non è arrivata, fino ad oggi, alcuna risposta, denuncia l'associazione 'Viva la Vita Onlus', che aveva anche richiesto al ministro della Salute Ferruccio Fazio che, in accordo con il Welfare, venissero stanziati dei fondi dedicati per consentire alle famiglie di assumere "degli assistenti familiari, debitamente formati, per arginare una vera e propria emergenza sociale". Fazio aveva detto di trovare giusta la richiesta di badanti formate ed esperte per assistere i malati di Sla e aveva annunciato l'intenzione di "partire dai 400 milioni di euro per la non autosufficienza messi a disposizione nel Patto per la Salute. Nulla di fatto", ricorda l'associazione. (Segue)
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