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Martedì 20 Ottobre 2009
Medicina/ Enzima frena la progressione della Sla
Medicina/ Enzima frena la progressione della Sla Sperimentazione positiva sui topi, secondo uno studio americano
Washington, 20 ott. (Apcom) - Un enzima simile a quello utilizzato per curare gravi setticemie ha rallentato nei topi la progressione della malattia di Charcot (Sclerosi laterale amiotrofica, o Sla, o malattia di Lou Gehrig), secondo uno studio pubblicato ieri negli Stati Uniti dalla rivista on-line Journal of Clinical Investigation.L'enzima chiamato Proteina C attivata o drotrecogina ha permesso di rallentare la morte delle cellule nervose su topi ai quali era stata inoculata l'equivalente di una forma particolarmente aggressiva della malattia di Charcot, permettendo di allungare la loro vita di circa il 25 per cento, secondo quanto riferiscono gli autori di questa ricerca potenzialmente promettente.La drotrecogina ha anche prolungato il tempo durante il quale i topi erano capaci di vivere normalmente, malgrado il fatto che mostrassero sintomi della malattia incurabile e fatale.La sostanza ha inoltre rallentato il ritmo di peggioramento dei muscoli delle persone colpite da Sla, chiamata anche malattia di Lou Gehrig dal nome del celebre giocatore di baseball che ne è morto nel 1941.Benchè i ricercatori stimino che altre ricerche dovranno essere compiute prima che questo enzima possa essere provato sulle persone che soffrono della malattia, si sono detti incoraggiati dal fatto che una sostanza promettente sia già usata senza problemi sull'uomo per curare la setticemia. La speranza dei ricercatori è di poter procedere a esami clinici sull'uomo entro cinque anni.Il successo di questa ricerca è molto gratificante e noi abbiamo buona speranza che una forma di drotrecogina si avvererà essere una cura utile contro questa malattia" ha detto il dottor Berislav Zlokovic, della facoltà di medicina dell'università di Rochester (New York), uno dei coautori della ricerca che compare nella versione online del Journal of Clinical Investigation.I ricercatori studiano in particolare forme alternative alla drotrecogina per neutralizzarne gli effetti secondari più indesiderabili, come le emorragie, conservando la sua efficacia contro i sintomi della malattia di Charcot.(fonte Afp)
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