Napolitano:Stop scontro politica-toghe,da tutti più autocontrollo

Napolitano:Stop scontro politica-toghe,da tutti più autocontrollo Discorso dopo parole premier: "Nulla abbatte governo con fiducia"

Roma, 28 nov. (Apcom) - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lancia, in quindici righe, un appello che nella formula espressamente scelta, tanto simile a quella 'a reti unificate', assomiglia a certi messaggi al Paese scritti nei momenti gravi, salienti. E questo momento, per il capo dello Stato, lo è eccome. Il senso dell'intervento del presidente è chiaro, al di là di tutte le interpretazioni politiche: basta con lo scontro tra istituzioni con compiti diversi, basta con la "drammatizzazione" e l'esasperazione delle tensioni tra politica e toghe, più "autocontrollo nelle dichiarazioni pubbliche".L'idea di intervenire matura al Colle dopo le dichiarazioni di ieri del premier Silvio Berlusconi che lamenta una "persecuzione giudiziaria", paventa un complotto contro il suo governo, arriva addirittura a parlare - frase poi smentita dall'ufficio stampa di Palazzo Chigi - di "guerra civile". Tutto questo è fonte di preoccupazione per il Quirinale come lo sono - e Napolitano lo ha sempre sostenuto - tentativi di spettacolarizzazione della giustizia e toghe che vanno oltre i loro compiti giurisdizionali.Da queste considerazioni nasce il discorso di ieri che Napolitano legge ai giornalisti convocandoli, dopo un'udienza in Quirinale, nella Sala di Rappresentanza del Colle. Il presidente premette "di sentire il bisogno di dire qualcosa in questo particolare momento" e centra l'intero incipit del suo ragionamento sulla necessità di "fermare la spirale di una crescente drammatizzazione delle polemiche e delle tensioni non solo tra parti politiche ma tra istituzioni investite di distinte responsabilità costituzionali". Tutto questo nell'interesse del Paese.Poi quella che è una risposta ai timori di Berlusconi: "Nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia della maggioranza del Parlamento", un governo che ha ottenuto il consenso dei cittadini-elettori e che "poggi sulla coesione della coalizione". Quindi l'invito perchè "da tutte le parti venga uno sforzo di autocontrollo nelle dichiarazioni pubbliche": nella lettura del Colle vale, certo, per le toghe che devono attenersi "rigorosamente" alle loro funzioni ma anche per chi ricopre incarichi pubblici. Infine l'invito a fare una riforma della giustizia in Parlamento, con un clima costruttivo, per "definire corretti equilibri tra politica e giustizia".

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