Ocse/ Italia terza pressione fiscale più alta area, sale a 43,5%

Ocse/ Italia terza pressione fiscale più alta area, sale a 43,5% Quasi dieci punti sopra media Ocse, nel 1965 era solo al 25,5%

Roma, 15 dic. (Apcom) - Dopo una limatura nel 2008, lo scorso anno la pressione fiscale è tornata ad aumentare in Italia, afferma l'Ocse: al 43,5 per cento, un livello di quasi dieci punti superiore alla media e che fa salire la penisola a una scomoda terza posizione tra tutti i paesi dell'area in cui questa voce risulta più elevata, scavalcando il Belgio. Il tutto è contenuto in uno studio sulla dinamica di lungo periodo delle entrate fiscali nei vari paesi dell'Organizzaizone per la cooperazione e lo sviluppo economico, che risale fino al lontano 1965. Proprio allora la pressione fiscale in Italia era ad appena il 25,5 per cento, secondo l'ente parigino, dieci anni dopo, nel 1975 era perfino calata - caso unico tra tutti i paesi - al 25,4 per cento. Poi l'inversione di tendenza: nel 1985 pressione fiscale italiana al 33,6 per cento, nel decennio successivo un vigoroso balzo, fino al 40,1 per cento del 1995.Negli anni più recenti la pressione fiscale in Italia è rimasta sistematicamente ben sopra il 40 per cento del Pil: 42,2 per cento nel 2002, 43,4 per cento nel 2007, prosegue l'Ocse, lieve calo al 43,3 per cento nel 2008 ma poi aumento al 43,5 per cento nel 2009. Sullo scorso anno lo studio non dispone ancora dei dati relativi a tutti i paesi, ma guardando ai dati 2008 l'Italia registrava il quarto valore più elevato, dietro a Belgio ((44,2%), Svezia (46,3%) e Danimarca (48,2%). Sul 2009 però appare terza, perché in Belgio la pressione fiscale è calata al 43,2 per cento. E la dinamica dell'Italia appare in controtendenza rispetto a quella generale: l'Ocse rileva che nel 2009 in media sono calate sia le entrate fiscali, a riflesso della recessione, sia la loro incidenza rispetto al Pil: la pressione fiscale appunto che sulla media Ocse viene stimata al 33,7 per cento nel 2009 dal 34,8 per cento del 2008. Nel 1965 invece l'Italia risultava perfettamente in linea con la media Ocse del 25,5 per cento.

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