apcom
Mercoledì 04 Novembre 2009
Omicidio Poggi/ Nuova ipotesi su arma, "forbici da sarto"
Omicidio Poggi/ Nuova ipotesi su arma, "forbici da sarto" Durata aggressione a Chiara circoscritta a circa venti minuti
Vigevano (Pavia), 4 nov. (Apcom) - Una piccola piccozza, un oggetto da giardinaggio, uno scioglinodi da marinaio, molto più probabilmente un martello, ma forse anche un paio di grosse forbici da sarto. È questa l'ultima delle tante ipotesi sull'arma usata dal killer di Chiara Poggi il 13 agosto 2007 a Garlasco. A farla emergere, per la prima volta, è una relazione depositata a settembre dai consulenti della Procura Marco Ballardini e Giovanni Pierucci, in replica alla perizia medico-legale. Per gli esperti super partes, sentiti oggi in aula nel processo con rito abbreviato a carico di Alberto Stasi, sono però maggiori le possibilità che Chiara sia stata uccisa con "un martello da muratore". Resta il fatto che, a oltre due anni dall'omicidio, il ventaglio delle ipotesi sull'arma del delitto, mai trovata, invece di ridursi si allarga.Subito dopo l'omicidio Ballardini, autore dell'autopsia, aveva fatto riferimento a "un oggetto contundente con una stretta superfice battente con uno spigolo molto netto e una punta". Dopo il 30 aprile 2009, quando il gup Stefano Vitelli ha chiesto un supplemento di indagini e incaricato i propri periti, al medico legale della prima ora la Procura ha affiancato un consulente di primo piano, Pierucci, già direttore dell'Istituto di medicina legale dell'università di Pavia. È dunque anche sua la firma sotto la relazione che aggiunge le forbici alla lista delle possibili armi del delitto. Una novità che però oggi non ha convinto i periti dell'università di Torino, Lorenzo Varetto, Fabio Robino e Fabrizio Bisson, più propensi a sostenere l'ipotesi del martello e fermi nel dilatare l'ora del delitto tra le 7 e le 12.30.L'udienza di oggi, dedicata alla perizia medico-legale, in realtà è iniziata con un approfondimento ancora relativo a quella informatica. È stato stabilito infatti che sei delle sette telefonate a vuoto dal cellulare di Stasi su quello di Chiara la mattina del delitto sono frutto della mancanza di copertura di rete in quel minuto. Subito dopo si è passati alla discussione dei tempi e sulla dinamica dell'omicidio. "Un'aggressione in due fasi" durata "anche decine di minuti" era scritto nella perizia. La finestra temporale è stata però oggi circoscritta a una ventina di minuti. Quanto infine alla traccia di dna di Chiara sul pedale della bicicletta di Stasi, i periti hanno risposto che si tratta, più probabilmente, di quanto lasciato da tessuto biologico più che da materiale fluido come il muco nasale. Da qui si ripartirà nella prossima udienza, fissata per martedì 10 novembre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA