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Lunedì 05 Ottobre 2009
Pdl grida a 'golpe',ma Fini frena:maggioranza la sceglie il voto
Pdl grida a 'golpe',ma Fini frena:maggioranza la sceglie il voto Lega e Udc: Noi pronti a elezioni.Di Pietro: Prima sono meglio è
Roma, 5 ott. (Apcom) - E' rovente il clima politico in cui la Corte Costituzionale si riunirà domani in Camera di Consiglio per decidere sull'ammissibilità del ricorso contro il Lodo Alfano, la legge che sospende i processi a carico delle prima quattro cariche dello Stato: a ventiquattro ore dall'uscita delle motivazioni della sentenza sul Lodo Mondadori in cui il giudice di Milano indica il premier Silvio Berlusconi come corresponsabile del reato di corruzione, i giudici costituzionali sono chiamati alla decisione che potrebbe condizionare le sorti dell'attuale governo. La tempistica delle due sentenze in realtà era nota da tempo ma, stretta tra i due 'Lodi', la maggioranza denuncia che è in atto un "piano eversivo" per "contrastare la volontà democratica del popolo italiano", agita lo spettro delle elezioni anticipate e chiama il popolo a scendere in piazza per fare quadrato attorno all'esecutivo.Il direttore del Giornale, Vittorio Feltri, parla di vero e proprio "golpe" da parte dell'asse "sinistra-giudici-poteri forti" pronti al "ribaltone" per instaurare un governo istituzionale guidato "da quel Fini che tanto si è arrabbiato - ricorda Feltri nell'editoriale di prima pagina - quando gli abbiamo detto che va in cerca di applausi progressisti". La risposta - indiretta - del presidente della Camera non tarda ad arrivare: "La maggioranza è solo quella che esce dalle urne", dice a Napoli in un incontro con gli studenti di Scienze Politiche frenando ogni ipotesi di governo tecnico come quella avanzata insistentemente da Francesco Rutelli negli ultimi giorni. In una nota congiunta i capigruppo e vicecapigruppo del Pdl di Senato e Camera, Gasparri, Quagliariello, Cicchitto e Bocchino, si dicono "certi che questo disegno non troverà spazio nelle Istituzioni e, ciascuno nella sua diversa responsabilità, agiscano partendo dal presupposto del rispetto della legalità e della sovranità popolare" e più tardi è lo stesso Berlusconi a lanciare un avvertimento ai 'nemici': "Sappiano comunque tutti gli oppositori che il governo porterà a termine la sua missione quinquennale e non c'è nulla che potrà farci tradire il mandato che gli italiani ci hanno conferito".Eppure, dopo le motivazioni della sentenza sul Lodo Mondadori, il premier teme che la decisione della Consulta sul Lodo Alfano possa trasformarsi "nell'attacco finale" e ai suoi dice di essere pronto al voto anticipato a marzo. Una ipotesi su il suo alleato, il leader della Lega, Umberto Bossi, osserva: "Penso che non andremo al voto, comunque noi siamo sempre pronti anche se penso che andremo avanti a fare le riforme". Le elezioni anticipate le chiede a gran voce il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro: "O per la sentenza della Consulta o per il referendum da noi promosso, se il Lodo Alfano viene bocciato tra quest'anno e l'anno prossimo bisogna tornare a votare. Prima si va alle urne meglio è". Nell'opposizione anche l'Udc si dice pronta al voto anzi, osserva il leader Pier Ferdinando Casini, "lo auspica" ma allo stesso tempo rileva un "disorientamento inquietante" in una maggioranza che pensa a "promuovere una manifestazione popolare a sostegno del Governo" e si scaglia "contro inesistenti complotti: "Chi ha cento voti di maggioranza in Parlamento deve governare e risolvere i problemi del Paese".Sul ricorso alle urne il segretario del Pd, Dario Franceschini, non si pronuncia: "Parliamo di altre cose, non di scenari più o meno prevedibili". E parla quindi della reazione del premier alla sentenza sul Lodo Mondadori: "Berlusconi deve capire che nei Tribunali c'è scritto che la legge è uguale per tutti e non per tutti tranne uno o per tutti tranne i potenti deve accettare che anche chi ha vinto le elezioni è sottoposto alla giustizia come tutti gli altri cittadini". Secondo Piero Fassino "l'indegna gazzarra" scatenata dal Pdl "è il segno del tentativo di esercitare un'indebita pressione e un gravissimo condizionamento sull'autonomia dei giudici costituzionali proprio alla vigilia della sentenza della Suprema Corte sul Lodo Alfano".Di condizionamento dei giudici costituzionali, ma in direzione opposta, parla anche il Pdl Bocchino che parla di tempistica "inquietante" e si chiede "se rendere note oggi motivazioni così violente verso il Presidente Berlusconi non abbia come vero obiettivo quello di condizionare i giudici della Corte Costituzionale che domani saranno chiamati ad esaminare il lodo Alfano". Anche se Ignazio La Russa si dice "assolutamente convinto che la sentenza non potrà che confermare la costituzionalità del Lodo Alfano. Perché quando è stato elaborato sono stati tenuti in debita considerazione tutti i rilievi che la Corte Costituzionale aveva fatto sul Lodo Schifani".
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