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Lunedì 19 Ottobre 2009
Posto fisso/ Tremonti lo rilancia. Sì scontato dei sindacati
Posto fisso/ Tremonti lo rilancia. Sì scontato dei sindacati Il ministro: mobilità non è valore. Ichino: è demagogia
Roma, 19 ott. (Apcom) - Il posto fisso come "valore" culturalealla base delle società europee, pilastro che ha consentito larealizzazione di un sistema di welfare che garantisce scuola,sanità e pensioni. A tessere un simile elogio del lavoro stabile,contro la cultura dominante della flessibilità, è stato un po' asorpresa il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Una sortitaestemporanea proprio durante un convegno a cui partecipavano ileader del sindacato, tanto che dai segretari generali di Cgil,Cisl e Uil - forse un po' stupiti dall'uscita del titolare di viaVenti Settembre - sono arrivate reazioni compiaciute e anche unpo' ironiche rispetto agli standard del sindacalese. Il postofisso, del resto, nella storia del sindacato è sempre stato unobiettivo prioritario. Positiva anche la reazione dellaConfcommercio, mentre il giuslavorista Pietro Ichino ha attaccatoil ministro, accusandolo di fare demagogia."Certamente - ha detto Tremonti - se dovessi dire se è meglio il posto dilavoro fisso o il posto di lavoro mobile dico che è meglio ilposto fisso. Io non credo che la mobilità sia di per sè un valoreper una struttura come la nostra". La stabilità, quindi, "come base per la stabilità sociale".Positive le reazioni dei sindacati, che sono arrivate adistanza di pochi minuti. Il primo è stato Guglielmo Epifani(Cgil), che con un pizzico di sarcasmo si è limitato a dire:"Chiedete un commento a Confindustria". Più ironico LuigiAngeletti (Uil), secondo cui Tremonti "parla come se fosse unnostro iscritto". Anche il segretario della Cisl, RaffaeleBonanni, si è detto d'accordo con il ministro, sottolineando che"oggi il problema è superare l'idea distorta di flessibilità"Critico invece Pietro Ichino, secondo cui è"demagogico" rilanciare il vecchio sistema di protezione, cheingesserebbe i rapporti tra aziende e lavoratori. "Tremonti - hadetto il senatore del Pd - allineandosi a Bertinotti, in sostanzadice: il vecchio Statuto dei lavoratori non si tocca. Le nuovegenerazioni potrebbero rispondergli: certo che noi non lo sitocca, non lo vediamo neppure di lontano".Glv
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