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Venerdì 18 Dicembre 2009
Saab/ Gm elimina marchio: delude Svezia e fan auto del Grifone
Saab/ Gm elimina marchio: delude Svezia e fan auto del Grifone E' il terzo marchio che Gm non riesce a vendere quest'anno
New York, 18 dic. (Apcom) - Dopo 60 anni di presenza sui mercati, in cui è diventato un marchio di culto per moltissimi appassionati dell'auto, Saab scompare. La casa madre General Motors, alle prese con una dolorosa ristrutturazione in uno dei momenti più difficili della sua storia, non è riuscita a vendere l'azienda svedese, che controllava dal 1989. L'annuncio è doloroso, non solo per gli appassionati di auto, ma soprattutto per i 3.400 dipendenti di Saab, la maggior parte dei quali si trova in Svezia, e per i 1.100 concessionari nel mondo."Sono devastato. E' un marchio unico", ha detto Ray Ciccolo, titolare di due concessionarie Saab nell'area di Boston fin dal 1957. Gm ha fatto sapere che le garanzie nei confronti dei proprietari continueranno comunque ad essere onorate. La morte di Saab è quella di un marchio che godeva di una piccola ma fedelissima schiera di appassionati. Particolarmente apprezzati ne erano il design avveniristico e alcune stranezze come il posizionamento della chiave d'accensione tra i due sedili anteriori invece che sul volante. Oltre al fascino estetico le Saab rispettavano anche la tradizione svedese della sicurezza e del comfort: nel 1971 fu la prima casa automobilistica a montare sedili riscaldati.Stoccolma non ha reagito bene alla decisione del cda di Gm, definendola "sorprendente e deludente", nelle parole del ministro dell'Industria Maud Oloffson. "E' Gm che ha preso questa decisione, per le sue ragioni, e sono loro che devono rispondere", ha detto Oloffson da Trollhattan, lo stabilimento dove lavora la maggior parte dei dipendenti Saab.E' la terza volta quest'anno che Gm fallisce nel tentativo di vendere uno dei suoi marchi. In settembre il magnate dell'auto Roger Penske si è ritirato da un accordo per acquistare Saturn, che ha fatto la fine di Saab. Il mese scorso il cda di Detroit ha deciso di non vendere Opel ad una cordata internazionale guidata dal costruttore di componenti canadese Magna. La differenza è che Opel verrà mantenuta e ristrutturata perché considerata di importanza strategica di Gm.Il destino di Saab, il cui marchio è contrassegnato da un grifone coronato, è evidentemente quello riservato ai marchi di nicchia in questi anni bui per il settore auto. Le vendite languono dappertutto e i pochi acquirenti sono orientati a comprare modelli meno impegnativi, secondo Rebecca Lindland, analista del settore per la società di consulenza IHS Global Insight. "E' un brutto periodo per vendere la propria casa ed è un brutto momento per vendere aziende automobilistiche", spiega Lindland. "Questo mercato è incredibilmente difficile adesso".Gm comprò una quota del 50% e si assicurò il controllo manageriale di Saab per 600 milioni di dollari nel 1989, dopo lo scorporo di Saab dal costruttore di camion svedese Scania. Detroit acquisì il pieno controllo rilevando il capitale residuo nel 2000, per 125 milioni di dollari. Gm non ha mai tratto profitto dall'acquisizione e molti critici notarono come sotto la casa americana Saab avesse perso un po' della sua unicità."Nonostante i migliori sforzi di tutte le parti coinvolte, è diventato chiaro che la ricognizione dei bilanci necessaria a questa complessa transazione non si sarebbe potuta chiudere in un periodo di tempo ragionevole", ha affermato oggi il presidente di Gm Europe, Nick Reilly, nell'annunciare il fallimento delle trattative per la vendita di Saab,L'ipotesi più consistente per la cessione del marchio era in realtà già venuta meno il mese scorso, quando il produttore svedese di supersportive Koenigsegg aveva deciso di rinunciare all'operazione. Gm aveva successivamente tenuto discussioni con la Spyker Cars, ma ora è arrivato lo stop definitivo. La casa americana ha comunque precisato di non prevedere ripercussioni per la cessione di alcune attività di Saab, annunciata al scorsa settimana, verso la cinese Beijing Automotive Industry Holdings.
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