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Venerdì 09 Ottobre 2009
Scuola/ Oggi disagi: sciopero Unicobas e studenti in 50 piazze
Scuola/ Oggi disagi: sciopero Unicobas e studenti in 50 piazze Contro tagli organici, decreto salva-precari e scarsità fondi
Roma, 9 ott. (Apcom) - Oggi la scuola si appresta a vivere laprima giornata dell'anno scolastico all'insegna delle protestecontro i tagli agli organici e le riforme decise dal governo:allo sciopero generale del comparto scolastico dell'Unicobas,proclamato da oltre due mesi, negli ultimi giorni si è aggiuntala mobilitazione degli studenti che scenderanno in piazza inoltre 50 città italiane.L'Unicobas, che manifesterà a partire dalle 10 davanti al ministero dell'Istruzione, protesterà non solo per fermare la riduzione di personale causata dalla roriforma Gelmini, l'approvazione del decreto sui contrati di disponibilità, definito dal sindacato `ammazza-precari', e il disegno di legge Aprea in via di discussione sul nuovo stato giuridico dei docenti, ma anche "per sostenere - spiega il segretario nazionale Stefano d'Errico - il disegno di legge 2442 steso e promosso assieme all'Italia dei valori: un decreto che prevede l'istituzione del consiglio superiore della docenza, che sovrintende a valutazione e formazione di base ed in itinere dei docenti".Il testo dell'Unicobas, calendarizzato presso la commissione cultura della Camera in contrapposizione al ddl Aprea, propone inoltre minimi retributivi certi e precisi standard di lavoro con gli alunni."Ma anche - continua d'Errico - l'anno sabatico retribuito, ilpreside elettivo, esenzioni fiscali per libri e didattica. Verteinfine sull'elemento centrale della piattaforma Unicobas:l'uscita della scuola dal pubblico impiego, ove, col placet ditutti i sindacati tradizionali è stato eliminato il ruolo,diluito il riconoscimento dell'anzianità e resi contra legemaumenti contrattuali superiori all'inflazione programmata. Senzadi tale passaggio la scuola italiana, attualmente la peggioretribuita del continente, non potrà mai riagganciare unostipendio medio europeo".L'Idv ha ufficialmente aderito allo sciopero di domani e sarà presente con alcuni propri deputati alla manifestazione convocata sotto il Miur. Nella stessa giornata manifesteranno anche gli studenti, sia della scuola che universitari. L'Unione e la Rete degli studenti ha annunciato oltre 50 cortei in Italia, tra cui Roma, Firenze, Bologna, Messina, Palermo e Cagliari."Siamo pronti a partire - dichiara Stefano Vitale, uno dei coordinatori nazionali dell'Uds - in ogni città sono organizzati cortei, assemblee, sit-in per protestare contro i tagli e chiedere da subito una legge nazionale sul diritto allo studio, una didattica innovativa nelle scuole e il ritiro del progetto di legge Aprea. Domani saranno gli studenti a parlare della scuola, dei problemi che quotidianamente affrontiamo e alzeremo la voce per far sentire le nostre proposte".E, intanto, la protesta viaggia anche sul web: il sito dell'Unione degli Studenti (www.unionedeglistudenti.it) aggiorna costantemente l'elenco dei cortei e delle iniziative, sono nati decine di gruppi su facebook appositamente per l'organizzazione delle manifestazioni con migliaia di iscritti e un video ufficiale su you tube invita gli studenti a manifestare. E dallo stesso sito dell'Uds un avviso agli studenti in vista dei cortei: "a presidi e professori - si legge - occorre ricordare che manifestare il proprio pensiero è un diritto di ogni cittadino e di ogni studente, ma non andare a scuola senza partecipare alle manifestazioni non ha senso".In piazza ci saranno anche gli studenti dell'Unione degli Universitari per dire no al progetto di riforma dell'Università e del diritto allo studio: il loro slogan contro sarà `Fermiamo la Gelmini, senza soldi nessuna riforma'. Secondo l'Udu la riforma degli organi decisionali degli atenei sarebbe stata `mascherata' dalla Gelmini come provvedimento mirato ad una migliore gestione delle risorse e trasparenza dei processi decisionali: "in realtà - dichiara oggi il sindacatostudentesco - si sostanzia nell'apertura alle imprese deiconsigli di amministrazione e quindi in un'idea diamministrazione degli atenei sempre più vicina a quella diimpresa".Ed anche lo strumento della delega per una riforma di altissimo valore sociale come quella del diritto allo studio non sarebbe "assolutamente idoneo, specie se affidato ad un governo che ha dimostrato di fare le riforme solo tagliando risorse. Questa riforma, dopo la 133, non è altro - prosegue l'Udu - che il passaggio verso il processo di privatizzazione delle università e della loro conseguente trasformazione in luoghi sempre più riservati a un'elite"."Non ci può essere - continua l'Unione degli universitari - nessuna riforma senza finanziamenti: l'Italia tra i paesi Ue è quella che investe meno per i finanziamenti all'Università e alla ricerca davanti solo alla Grecia. L'Università e il suo carattere pubblico rappresenta una risorsa per il nostro paese e non una spesa da tagliare. Questa prima manifestazione autunnale - conclude l'Udu - vedrà scendere nelle piazze italiane anche gli studenti medi e i lavoratori metalmeccanici della Fiom-Cgil, ai quali va la nostra solidarietà e con i quali condividiamo la richiesta di difesa dei diritti, della democrazia e del lavoro".Quella di domani sarà solo la prima giornata di una serie dimobilitazioni di settore già programmate: il 20 manifesteràl'Anief, il 23 i comitati di base (con sciopero nazionale delcomparto pubblico) e il 31 ottobre la Cisl Scuola.
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