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Domenica 29 Novembre 2009
Svizzera/ Exit poll: svizzeri a favore del divieto sui minareti
Svizzera/ Exit poll: svizzeri a favore del divieto sui minareti Il governo e la maggioranza del parlamento si erano opposti
Roma, 29 nov. (Apcom) - Due iniziative popolari, contro la costruzione di nuovi minareti e per il divieto di esportazioni di armi; e un decreto federale, sulla creazione di un sistema di finanziamento speciale per compiti connessi al traffico aereo: questi i temi su cui gli svizzeri sono stati chiamati a votare stamattina (le urne si sono chiuse a mezzogiorno). Stando alle prime tendenze rilevate dall'Istituto gfs.bern (pubblicate dal sito Swiss Info), la popolazione elvetica accetterebbe l'iniziativa volta a impedire l'edificazione dei minareti e rifiuterebbe il divieto di esportare materiale bellico.Mentre per quanto concerne il finanziamento speciale nel traffico aereo, si prospetta la vittoria del 'sì'. Ma i risultati definitivi dei referendum saranno noti solo intorno alle 17. La questione dei minareti, in particolare, ha mobilitato l'opinione pubblica. L'iniziativa lanciata dall'Unione democratica di centro (Udc, destra conservatrice) e dall'Unione democratica federale (Udf, destra ispirata alla Bibbia) chiede di introdurre un nuovo capoverso nella Costituzione che recita: L'edificazione dei minareti è vietata.Trattandosi di una modifica costituzionale, per la sua approvazione è necessaria la doppia maggioranza del popolo e dei cantoni. Il comitato sostiene che il minareto in quanto edificio "non ha alcun carattere religioso" ma è piuttosto "un simbolo di un imperialismo politico-religioso. Tanto il governo che la maggioranza dei parlamentari si sono detti contrari all'iniziativa e ritengono invece che un simile divieto non possa che esacerbare le relazioni con la comunità islamica presente nel Paese (tra le 350 e le 400mila persone).Il testo sul divieto di esportare materiale bellico chiede che la Confederazione sostenga e promuova gli sforzi internazionali nel campo del disarmo e del controllo degli armamenti. Domanda quindi il divieto di esportazione e di transito attraverso la Svizzera di materiale bellico, comprese le tecnologie che possono servire alla produzione di armamenti. D'altra parte il testo stabilisce l'obbligo per la Confederazione di sostenere per dieci anni le regioni e i dipendenti colpiti dalle conseguenze del bando.
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