Tsunami invecchiamento, nel 2050 è over 65 il 34,6% popolazione

Tsunami invecchiamento, nel 2050 è over 65 il 34,6% popolazione Spesi 233 mld per pensioni, previdenza e assistenza: il 15,8% Pil

Roma, 11 nov. (Apcom) - In Italia, nel 2050, gli over 65 saranno il 34,6% della popolazione e, nel mondo, gli over 60 passeranno dai circa 756,45 milioni attuali a oltre un miliardo e 400 milioni nel 2030: saranno cioè più che raddoppiati in meno di un quarto di secolo. Un vero e proprio "tsunami invecchiamento". Il dato emerge dal rapporto nazionale 2009 sulle condizioni e il pensiero degli anziani, presentato a Roma, presso la Camera dei deputati, e frutto della collaborazione tra Ageing society osservatorio terza età, Inrca e Federsanità Anci. In pochi anni, l'aspettativa di vita raggiungerà i cento anni, e i 90enni passeranno dagli attuali 500mila a 1,882 milioni, di cui circa 1,2 milioni di donne. Oggi, secondo quanto emerge dal Rapporto, il 18,8% degli over 65 è disabie. Una curiosità: gli anziani di Roma sono in numero pari agli abitanti di Firenze.Già oggi, ha spiegato il presidente di Ageing society osservatorio terza età, Emilio Mortilla, il 30,6% della popolazione va in pensione prima di aver compiuto 65 anni (il 69,4% dei pensionati ha più di 65 anni). "Negli ultimi decenni si è allungata straordinariamente la durata media della vita della popolazione: in Italia - ha affermato il direttore generale dell'Inrca, Antonio Aprile - in sole tre o quattro generazioni abbiamo assistito a una trasformazione demografica e strutturale della popolazione, che impone un cambio di paradigma, con scelte politiche di fondo, capaci di dare risposte concrete alle sfide che tale evento epocale ci propone".Nel 2050, l'aspettativa di vita raggiungerà 86.6 per gli uomini e 88.8 anni per le donne. All'inizio del secolo scorso, ha ricordato Aprile, arrivare a 60 anni era considerato un bel traguardo; nel 2005, l'aspettativa di vita media per entrambi i sessi sfiora gli ottanta. Accanto ai dati sulla speranza di vita è necessario "dare un opportuno rilievo alla crescita delle fasce d'età estreme, i gruppi di anziani più fragili". Mutamenti demografici che coincidono con la crescente sofferenza del sistema di welfare italiano investito, come altri paesi, dalla necessità di ampi processi di revisione sia sul piano culturale che sul piano economico-finanziario. "Il modello italiano di welfare - fa notare Aprile - mantiene sulle famiglie un ruolo particolarmente pesante nella cura e nelle tutele di tipo sociale, quasi a rendere l'intervento pubblico 'marginale' o 'sussidiario' rispetto a quello domestico".La spesa per pensioni, previdenza e assistenza, si fa notare nel rapporto, che rappresenta il 15,8% del Pil (233 mld) rispetto alla media Ocse del 7%. Una cifra "notevole" se si considera che a 65 anni il 57% circa della popolazione è in buono stato di salute, pur manifestando la presenza di una malattia cronica (65,4%) o di due (35,7%) che, in ogni caso, essendo opportunamente trattate da un punto di vista sanitario, consentono loro di affermare, con compiuta consapevolezza, di avere una buona qualità di vita, pur in presenza di dette cronicità (45%). "Una famiglia italiana su dieci - si sottolinea nel rapporto - ha almeno un componente anziano disabile al suo interno e oltre un terzo di queste famiglie è composto da persone disabili sole".(segue)

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