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Venerdì 10 Dicembre 2010
Yara/ Procuratore: Pressione cronisti,niente indizi significativi
Yara/ Procuratore: Pressione cronisti,niente indizi significativi "Controproducente tormentare inquirenti con richieste notizie"
Bergamo, 10 dic. (Apcom) - Il procuratore aggiunto Massimo Meroni, a capo della Procura di Bergamo che coordina le indagini sulla scomparsa di Yara Gambirasio, esclude qualsiasi "pressione" di carattere politico nei suoi confronti ma afferma di sentire "molto forte" la pressione dei giornalisti, che invita a non "tormentare" gli inquirenti con continue richieste di informazioni.La conferenza stampa indetta oggi "era un tentativo per porre un argine - ha detto in chiusura dell'incontro con i cronisti il procuratore - La Procura di Bergamo incamera ogni anno 36mila notizie di reato. Siamo in dieci. Fate un po' voi se devo sprecare ancora del tempo per dire praticamente nulla, come stiamo dicendo oggi...". Notizie verranno diffuse, ha assicurato il procuratore, quando ce ne saranno.Nel corso della conferenza il procuratore ha più volte ribadito lo stato dell'indagine: "Non si sono acquisiti indizi ragionevolmente significativi di che cosa sia accaduto; Non vi è alcun indizio, un fatto, elemento, concreto, che possa far presumere che possa essere qualcosa piuttosto che un altra. Qualsiasi ipotesi è tenuta in considerazione". E, nonostante siano state sentite "tantissime persone" e arrivate molte segnalazioni", non c'è un'ipotesi prevalente rispetto alle altre. Né nessuna è esclusa, compreso il rapimento e la fuga volontaria". Dichiarazioni che, a quattordici giorni dalla scomparsa della ragazza, hanno fatto pronunciare esplicitamente a diversi cronisti l'espressione: "brancolano nel buio".In apertura di conferenza stampa il procuratore aveva osservato che è "veramente inopportuno che vengano diffuse voci, congetture, basate su indiscrezione e atti di indagine, come se fossero conseguenza di informazioni mirate, quando invece sono attività che vengono fatte per non lasciar nulla d'intentato". Meroni ha anche definito "del tutto controproducente tormentare gli inquirenti con continue richieste di informazioni che li sottraggono al loro lavoro prezioso".
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