Come tradizione vuole, anche la nuova «opera» di casa Lamborghini porta il nome di un toro, ovviamente quello di uno dei più valorosi del mondo della corrida spagnola. Aventador era un toro proveniente dalla famiglia di don Celestino Quadri Vides che nell'ottobre del 1993 scese nell'arena di Saragozza e ricevette il «Trofeo de la Peña La Madroñera» per aver dimostrato il suo incredibile coraggio nel corso del combattimento. E su quattroruote questo coraggio significa una sola cosa: raccogliere la sfida del futuro pur mantenendo la classicità come un valore puro.
Aventador Lp 700-4, ultimo gioiello prodotto a Sant'Agata Bolognese, è stata la protagonista indiscussa della serata di presentazione organizzata nei giorni scorsi da Lamborghini Bergamo (Gruppo Bonaldi), concessionaria della casa del Toro per la Lombardia Est. Cornice d'eccezione, tra le ali storiche dell'aviazione italiana, l'aeroporto di Montichiari dove Michele Brusa, responsabile di Lamborghini Bergamo, ha brevemente tracciato le caratteristiche di Aventador: come già esplicita la sua sigla, siamo di fronte ad una supersportiva dalla potenza massima di 700 cv a 8250 giri al minuto con trazione integrale di tipo haldex a controllo elettronico necessaria per tenere a bada i 690 Nm di coppia del motore V12 da ben 6,5 litri di cilindrata.
La nuova Aventador è capace di creare emozioni al primo colpo d'occhio. L'abitacolo di chiara matrice aeronautica, il design inimitabile e le prestazioni eccezionali - solo 2,9 secondi per accelerare da zero a 100 chilometri, 350 km/h di punta - sono solo alcune delle caratteristiche che contribuiscono all'unicità di questa 12 cilindri, veloce come il vento ma superleggera grazie all'utilizzo di una monoscocca in fibra di carbonio appositamente progettata e brevettata da Lamborghini per ridurre del 30% il peso rispetto alla tecnologia convenzionale in alluminio.
Il salto in avanti di Lamborghini riguarda anche le sospensioni «push road», con ammortizzatore montato orizzontalmente invece che verticalmente, così da aumentare il feeling di guida grazie alla riduzione delle masse sospese, e il nuovo cambio robotizzato Isr a sette marce in grado di inserire ogni singolo rapporto in un tempo di soli 50 millesimi di secondo.
Il paragone è possibile solo con una moderna monoposto di formula Uno, che impiega 40 millesimi di secondo. Il risultato finale è una vettura unica nel suo genere, l'ultima nata della stirpe dei 12 cilindri Lamborghini che, dagli anni Sessanta ad oggi, hanno lasciato il segno, non solo su strada. «È un'emozione per Lamborghini Bergamo – ha commentato Michele Brusa durante la presentazione ufficiale a Montichiari - essere protagonisti per la prima volta del lancio di una 12 cilindri, così importante e unica nel suo stile e nel suo genere da essere considerata la più bella Lamborghini di tutti i tempi, destinata a lasciare un'impronta indelebile nel mondo delle vetture supersportive proprio per i suoi contenuti tecnologici».
Daniele Vaninetti
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