Cronaca / Cantù - Mariano
Domenica 11 Ottobre 2020
Addio piccola guerriera
Il volo dei palloncini
e “Frozen” per Arianna
Tante persone ieri a Montesolaro al funerale della ragazzina di 13 anni, di Figino Serenza, morta dopo un intervento alla schiena a Trieste. Rose sulla bara bianca. Don Aurelio: «Dio ce l’ha regalata». La sorella: «Grazie a te ho deciso di diventare infermiera»
«Grazie Signore che ce l’hai regalata per questi anni, ora noi la regaliamo a te. Ma ci costa, quanto ci costa». Nelle parole di don Aurelio Redaelli, tornato per un giorno nella parrocchiale di Montesolaro per celebrare il funerale di Arianna Maria Moscatelli, scomparsa venerdì a 13 anni appena, ci sono la gratitudine e il dolore. C’è quello che provano i tanti arrivati a darle un ultimo saluto, tanti che la chiesa, viste anche le normative anti-contagio, non può contenere, per quella che la famiglia ha voluto definire una festa e non una cerimonia di lutto.
«Famiglia sempre vicina»
Il papà Franco Moscatelli, la mamma Laura, le sorelle Serena di 19 anni e Gloria di 21, che don Alberto Colombo, da poco nuovo responsabile della comunità pastorale della Serenza, ringrazia per l’esempio dato nel restare sempre accanto a questa figlia e sorella amatissima e desiderata, che fin dalla nascita ha dovuto fronteggiare enormi problemi di salute. Quel 7 giugno 2007 che don Aurelio ricorda bene, e che, dice Serena, «è il giorno più bello della mia vita». Ma Arianna se n’è andata troppo presto, lo scorso venerdì, all’ospedale pediatrico Burlo Garofalo di Trieste, dove era ricoverata per un’impegnativa operazione che avrebbe dovuto portare beneficio alla colonna vertebrale.
Oltre dodici ore sotto i ferri, e alla fine pareva che l’esito fosse positivo. Invece la situazione è presto precipitata fino al terribile epilogo.
«Abbiamo bisogno di imparare ad amare i più piccoli, i più fragili – le parole di don Alberto -. Vi dico grazie a nome di tutta la comunità per l’amore che avete saputo dare ad Arianna. Vi invito a farlo strabordare dalla vostra famiglia e a farlo arrivare ad ognuno di noi». La piccola bara bianca è trasformata in un giardino di ricordi di gioia, ricoperta di fiori, di rose rosa.
Il suo pupazzo di pezza
C’è il pupazzo di pezza amato da Ari, c’è una cornice che custodisce una foto in cui lei sorride allegra, che poi la madre stringerà al petto sulla strada verso il camposanto. Non è voluto mancare anche il sindaco di Figino Serenza, dove la famiglia vive, Roberto Moscatelli, e con lui buona parte della giunta. «Abbiamo camminato insieme – ha sottolineato don Aurelio nell’omelia – sfidando la vita e chiedendoci chi fosse l’alunno e chi l’insegnante. Sei riuscita a sfondare porte che sembravano inaccessibili, arrivando a essere ricevuta persino da Papa Francesco».
I familiari hanno condiviso un ricordo commosso della loro «principessa coraggiosa», e la sorella Serena l’ha ringraziata ancora una volta perché è per lei che ha deciso di diventare infermiera: «Mi hai insegnato a combattere, mi hai insegnato quali siano i valori che contano. Grazie per aver scelto la nostra famiglia». Anche la comunità, attraverso una delle catechiste, ha dedicato un pensiero grato alla bambina. Al termine della funzione hanno voluto salutare Arianna suonando la canzone che lei amava, “All’alba sorgerò”, tratta dal film Frozen. Quindi, sul sagrato della chiesa, i genitori e le sorelle hanno liberto dei palloncini bianchi ai quali era attaccato un cartellino con un messaggio, “Ciao Arianna”. Liberi in cielo, come è lei ora.
Silvia Cattaneo
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