«Bizzozero a Napoli per scusarsi»
«No, parlerò della rapina di Stato»

Blitz a Cantù di due consiglieri municipali partenopei con uno striscione: «Insolente». Poi l’incontro in Comune e la promessa: «Ci siamo chiariti, martedì scenderò da loro »

Ha cercato di far capire le proprie ragioni prima tramite i social, poi dai salotti televisivi. Adesso il sindaco Claudio Bizzozero incontrerà i napoletani faccia a faccia, entrando nella pancia della città che ha definito «fogna infernale» scatenando un putiferio di livello nazionale. Per, dice, «mettere al centro dell’attenzione il tema vero, residuo fiscale e rapina di Stato».

A invitarlo a Napoli, ieri, sono stati due consiglieri municipali, Mario Maggio della Municipalità 4 e Pietro Lauro della Municipalità 5, che si sono messi in auto e hanno percorso 1.600 chilometri, arrivando in mattinata all’ombra di San Paolo. Qui hanno srotolato uno striscione in largo XX Settembre, con la scritta «Sindaco insolente, sei pentito veramente?».

L’intenzione, inizialmente, era farlo fuori dal municipio, ma non sapendo del trasferimento degli uffici comunali sono finiti a Villa Calvi e quindi hanno utilizzato un’abitazione privata. Per la cronaca, la residente, napoletana neanche a farlo apposta, si è detta tutt’altro che arrabbiata. Quindi si sono trasferiti in piazza Parini, e qui hanno protocollato una lettera con una richiesta di «scuse ufficiali al popolo partenopeo».

La loro proposta, partecipare a una conferenza stampa ufficiale, a palazzo San Giacomo, nella quale Bizzozero chieda scusa per la sua uscita. «Il sindaco – dice Mario Maggio – ha capito che noi siamo qua perché ci sentiamo offesi come figli. E se a un figlio tocchi sua madre lui non può reagire bene. Si è scusato, ed è il minimo che potesse fare, ma soprattutto ci ha spiegato le ragioni di questa sua provocazione, cioè la volontà di far sapere che dei 100 miliardi di tasse che il Nord versa per il Sud, solo 30 miliardi vengono davvero trasferiti».

Per Bizzozero, insomma, i due consiglieri che hanno attraversato l’Italia per affiggere uno striscione contro di lui sono ormai sodali: «Ci siamo capiti – spiega - e adesso proviamo a fare il possibile per mettere a fuoco il tema vero, quello della rapina fiscale. Se ci riusciremo, varrà anche la pena di passare un’altra settimana di penitenza come quella che ho già vissuto»

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