Cantù abbraccia don Simone
La prima messa nel suo oratorio

Il corteo partito dalla casa di via Ariberto, il saluto della banda e del sindaco Alice Galbiati e poi il rito con altri 16 preti

Cantù ha da sabato un nuovo sacerdote, don Simone Zappa, di 25 anni. Ieri mattina alle 10.30 all’oratorio di San Paolo ha concelebrato, alla presenza di altri 16 preti la sua prima messa. Alle 9.45 un corteo si è avviato dalla sua casa di via Ariberto proprio di fronte alla casa del cardinale Francesco Alciato: il corteo è salito dalla scalinata borromaica di San Paolo fin sul sagrato: dove ad attenderlo c’era la banda “Cattolica” festante, diretta dal maestro Mario Gerosa: in questo corpo musicale don Simone è stato allievo nelle classi di tromba e poi di trombone durante la scuola media.

Alle 10 il sindaco di Cantù Alice Galbiati ha ricordato che cosa l’accomuna al novello sacerdote: la scelta d’impegnarsi per le altre persone, ciascuno nel rispettivo campo. Poi è stata la volta della messa in oratorio, accompagnata dalle corali cittadine. L’omelia è stata affidata al responsabile della Pastorale giovanile don Eugenio Calabresi: che ha tratto una serie di auspici sul futuro del nuovo sacerdote: che possa essere un sacerdote «di Bellezza, di Speranza e di Comunione». Nella sua splendida predica don Calabresi ha evocato anzitutto il tema della bellezza: con accenti che ricordavano l’opera di Dostoevskij e di Sant’Agostino: da “La bellezza salva il mondo” al celebre brano delle “Confessioni” in cui il grande Padre della Chiesa scrive: “Sero te amavi pulchritudo tam antiqua tam nova, sero te amavi”. “Tardi ti ho amato bellezza tanto antica che nuova, tardi ti ho amato”.

A questi sentimenti si aggiungeva al termine della messa il commosso ricordo di tutti i sacerdoti che lo hanno amato, incitato e spronato: da don Lino Cerutti che “c’era già” a don Eugenio Calabresi che l’ha seguito passo dopo passo nella sua vocazione, agli ultimi don Fidelmo Xodo e don Giovanni Afker che l’hanno accompagnato nella scelta finale. Gratitudine anche per i genitori Angelo e Lina: che tanto l’hanno atteso, ricevendo questo dono di una vita messa a disposizione degli altri.

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