Cantù, addio Maurizio Casiraghi
Era medico e volontario nel mondo

Grande cordoglio in città per la sua morte a 69 anni. Chirurgo, lavorò per tanti anni al Pronto soccorso in ospedale. I funerali mercoledì alle 11

Cordoglio in città per la morte del dottor Maurizio Casiraghi, 69 anni, medico chirurgo, per anni, al pronto soccorso dell’ospedale Antonio Abate, e medico volontario in giro per il mondo. Usava i periodi di ferie, Casiraghi - malato da qualche anno - per andare a operare in Bangladesh, in Togo, Benin, Zambia, Sudan Darfour, Ruanda, Burundi. «L’indiscusso fondatore delle nostre missioni», ricorda il sito Internet di Ananda Onlus.

Ferie per modo di dire: in 30 giorni, vengono effettuati 270 interventi, ogni giorno 200 visite di ambulatorio. «Eppure quel mese estenuante - aveva raccontato a La Provincia - che mi posso prendere anche grazie alla direzione dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e ai miei colleghi, mi ricarica le batterie».

«Nel 1991 - le parole di Casiraghi nel suo profilo di Ananda - sono andato a trovare un amico missionario, Carlo Buzzi, in Bangladesh, siamo finiti in un ospedale del Pime. Lì mi sono organizzato a far qualche lavoretto, promettendo che sarei tornato l’anno successivo con materiale chirurgico, e così è cominciata l’avventura».

Lo ricorda l’amico Paolo Frigerio: «Maurizio era il mio capolista, quando mi presentai come candidato sindaco nel 2012. Ha dedicato la vita agli altri. Quando lavorava all’ospedale era sempre disponibile per tutti, in qualsiasi momento del giorno e della notte, Natale, Santo Stefano, ultimo dell’anno. Recuperava poi: andando in Bangladesh e in Africa. In pensione, avrebbe voluto continuare dando anima e corpo, ma è arrivato qualche problema fisico a minarlo. È stato un giocatore di basket, nel Legnano. Qui a Cantù ha vinto diversi tornei del bar, con il Baffo, il Giardinet. Ci ha lasciati troppo presto».

Tantissime le telefonate di cordoglio arrivate in queste ore alla famiglia. «Cantù l’ha curata quasi tutta - racconta la moglie Renata Pastori - era arrivato all’età di sei anni come studente del De Amicis e non è più andato via, ha amato questa città e voleva bene ai suoi concittadini. Le ferie se le giocava con il suo volontariato. Gli è rimasto nel cuore il Bangladesh». «Era una brava persona - ricorda la figlia Federica - Era un grande nonno».

I funerali sono fissati dopodomani, mercoledì mattina, alle 11, a San Teodoro.

Christian Galimberti

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