Cantù, ragazza di 14 anni in coma etilico
«Sempre di più, genitori attenti»

L’allarme. Il primario di Pediatria dell’ospedale e l’ennesimo ricovero di un giovanissimo. «Ma ci sono mamme e papà che minimizzano e non capiscono la gravità della situazione»

Serve un cambio culturale, e serve in fretta. Perché i ragazzi di oggi, sempre più giovani, mettono in gioco la propria salute. Anzi, se la bevono. E, come è accaduto nelle scorse notti, finiscono in pronto soccorso al San Antonio Abate a soli 14 anni.

L’allarme, il primario di Pediatria Alfredo Caminiti l’aveva lanciato già tempo fa, constatando che l’arrivo di almeno un adolescente che abbia alzato troppo il gomito ogni sabato sera si sta facendo la norma. Trangugiano alcolici e superalcolici e lo fanno già dai 13 anni in poi. A volte aggiungendo all’alcool anche l’assunzione di droghe. E’ solo di domenica la tragica notizia del sedicenne morto a Riccione dopo aver preso una pasticca di ecstasy, notizia che ha molto toccato Caminiti come medico e come padre, e che dimostra che può bastare anche una sola volta, nell’uso di sostanze, per avere effetti devastanti.

In questo caso, senza ritorno. Per questo vuole impegnarsi in prima persona per promuovere una campagna di sensibilizzazione. Il reparto di Pediatria da quasi un anno ha attivato un progetto che in collaborazione con la rete del Sant’Anna - dalle unità operative di Neuropsichiatria Infantile, Psichiatria, Psicologia alla Pediatria di Como e gli esperti in nutrizione – punta a offrire un sostegno ai giovani pazienti che si trovino ad affrontare disturbi dell’alimentazione ma anche l’ansia, e l’abuso di alcool, appunto, che porta diritti in via Domea in coma etilico.

L’ultimo caso nel fine settimana: una ragazza di 14 anni appena, che era stata a una festa e aveva esagerato con i drink. Impossibile anche vietare la somministrazione, in un ambiente privato.

LEGGETE l’ampio servizio su LA PROVINCIA di MARTEDÌ 21 luglio 2015

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