Capiago, addio all’edicolante
Un riferimento per 62 anni

Giannina Bertoli aveva aperto in centro “L’Arcobaleno” nel 1954. Il sindaco: «Era un’icona del paese, non c’è persona che non abbia un buon ricordo di lei»

Che fosse per comprare il giornale o un biglietto dell’autobus, un bottone o una scatola di pastelli, tutti a Capiago, prima o poi, sono entrati del negozio di Giovanna Bertoli, detta Giannina, che se n’è andata a 94 anni.

Ieri l’ultimo saluto a una donna che incarna un mondo che, al tempo dei supermercati e del commercio online, non esiste più. E per questo la nostalgia fa venire un groppo in gola. Nata a Milano nel 1927, era arrivata in questo angolo del Comasco per una vacanza e si era innamorata di Carlo Marelli, diventato suo marito, scomparso nel 1982.

Si era stupita di questa realtà, dove era difficile persino comprare il necessario per aggiustarsi un vestito, così decise di aprire il suo negozio, inaugurato il 4 agosto 1954, con la liquidazione che le era stata data da impiegata alla Innocenti di Milano, la fabbrica della Lambretta. Una rivendita di giornali, merceria e cartoleria che si chiamava L’Arcobaleno, anche se ben pochi usavano questo nome. Era il buteghin della Giannina.

«Era un’icona di Capiago – la ricorda con affetto il sindaco Emanuele Cappelletti - Non c’è persona che non conservi un caro ricordo di lei, specie noi bambini, che per generazioni si andava “dalla Giannina” a prendere il materiale scolastico o dopo la messa, il Tv Sorrisi e Canzoni, le figurine dei calciatori e del Wwf, il giornale per il nonno».

Silvia Cattaneo

© RIPRODUZIONE RISERVATA