Cermenate, sorprende due ladri
dentro la canonica. Picchiato il parroco

Pugni in faccia a don Stefano Ghiringhelli che aveva trattenuto per la felpa un malvivente. Poi la fuga, con qualche migliaio di euro di offerte

«Mi hanno massacrato di pugni, perché io non li lasciavo andare. Ho provato a trattenere uno di loro per la felpa, ma poi mi hanno assaltato. A un certo punto, quando mi è sembrato di vedere nero, sono stato costretto a cedere. Si sono presi qualche migliaia di euro: i soldi delle offerte che avrei versato in banca giusto il giorno dopo».

Don Stefano Ghiringhelli, sessantenne, parroco sia ad Asnago di Cermenate, dove è avvenuto il pestaggio, che a Cantù Asnago, porta sul volto i segni dell’aggressione perpetrata da due ladri, incrociati sulla porta della canonica.

Pesto sotto l’occhio destro, e poi il naso, la fronte, la guancia sfregiata dai pugni, il labbro tagliato, ricucito con i punti di sutura.

«Sono dieci giorni di prognosi, ma continuerò a dire messa e a girare come sempre. Quello che è accaduto l’altra sera, venerdì, verso le 19.15, è deplorevole - racconta nel sabato in cui in tanti telefonano e esprimono la propria vicinanza - Racconto quanto mi è accaduto perché anche altri sacerdoti abbiano dell’attenzione in più, in un periodo delicato, vista l’imminenza del Natale. Forse le offerte dei fedeli rappresentano, per queste persone, un motivo in più per compiere queste ruberie».

«Io stavo tornando dalla cartoleria, dove con una catechista ero andato a prendere del materiale per l’oratorio. Al ritorno, la luce era accesa. Quando ho aperto l’ingresso, queste due persone stavano scendendo dalla scala interna. Subito gli ho detto: “Cosa fate?”. E uno di loro, dandomi la sensazione che fosse italiano, mi ha risposto: “Non se ne preoccupi, ce ne stiamo andando”. Ma certo ha prevalso l’istinto. Non so nemmeno io cosa avrei potuto poi fare, da solo contro due persone, ma ho afferrato per la felpa uno di loro: non ero certo intenzionato a lasciarli andare così».

I ladri, poco prima, sono entrati da una finestra al piano rialzato, con una forzatura sugli infissi. In tasca, dopo aver girato le camere e l’ufficio del sacerdote, avevano diverse offerte dei fedeli.

«Le offerte di un funerale a cui era stato chiesto di non portare fiori, le offerte per le missioni, e altre offerte, fondi per l’oratorio - dice - E anche la catenina d’oro della mia prima messa. Non potevano sapere che il giorno dopo sarei andato in banca a fare versamento, credo sia stata una coincidenza».

Purtroppo, non è il primo furto che, in questi mesi, avviene in parrocchia. Se si tratta della prima volta, almeno da quando c’è don Ghiringhelli, all’interno della canonica, nella chiesa a fianco, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, si sono susseguiti alcuni furti.

«Una persecuzione. Prima - ricorda il parroco - si erano nascosti in chiesa e avevano scassato le cassette delle offerte, fortuna poi che ero rientrato. Qualche settimana dopo, avevano rubato i libri liturgici. E qualche settimana fa, ancora le offerte». Una escalation. Sino al furto con l’aggressione a pugni in faccia.

Christian Galimberti

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