Cronaca / Cantù - Mariano
Sabato 26 Maggio 2018
Demolizione del Pianella congelata
Ora si tratta, ma tempi più lunghi
Confermata dalla Pallacanestro Cantù l’opzione che esclude le attività commerciali. Va trovata l’intesa sugli oneri
È congelata la demolizione del palazzetto Pianella di Cucciago. Il lavoro, dietro le quinte, non manca. Ma, al tavolo, certo, non si potrà far tutto da un giorno all’altro. Si rischia di andare più lunghi del previsto. I lavori, infatti, per il momento, non sono stati messi a calendario. Di certo, si è scelto di non partire, per ora, con l’abbattimento del la storica struttura. Una mossa cautelativa, in attesa che vada verso l’approvazione il nuovo progetto, completamente ridisegnato, in versione esclusivamente arena sportiva.
Confermata l’intenzione trapelata negli scorsi mesi: per il momento, l’area commerciale è di fatto azzerata. Si punta tutto su campo, spalti e pertinenze di sorta. Ma la strada non sembra essere particolarmente in discesa. Anche perché la trattativa, tra Pallacanestro Cantù - per essere precisi: è Red October Italia, il cui organigramma ricalca i vertici attuali della società sportiva, presidente Irina Gerasimenko e amministratore delegato Andrea Mauri, ad occuparsi del progetto - e Comune di Cucciago, per quanto riguarda l’entità di quanto in oneri la società sportiva dovrà versare, è ancora in corso. Le due parti devono ancora raggiungere un accordo. Un aspetto che è emerso anche negli ultimi incontri. E dove si è parlato anche del palazzetto che sarà, senza i negozi.
Quanto agli oneri, cambiano le cifre in gioco. Che sarebbero tutte da definire. Al ribasso: gli esborsi, infatti, in assenza di una parte commerciale di peso, avranno un’altra scala di grandezza. Inferiore. E questo, tutto sommato, è un aspetto che potrebbe favorire in un tempo anche ragionevole l’accordo.
Ma a ritardare il tutto potrebbe essere la scelta, prudente e tutto sommato saggia, di non demolire ora il Pianella. Red October Italia ha già il permesso in tasca per entrare con le ruspe e buttare giù tutto. Ma se poi qualcosa non dovesse andare per il verso giusto con la nuova pratica? Il rischio sarebbe di ritrovarsi con un cumulo di macerie senza poter fare molto altro. Quindi, prima, dato che non si tratta di semplice ristrutturazione, si dovrà procedere con una variante al piano urbanistico, vista la demolizione con ricostruzione. Che imporrebbe di ridefinire anche la destinazione d’uso sportiva.
Verosimile pensare a un ulteriore slittamento del cantiere di altri mesi. Senza dimenticare che ci vorrà poi, come è stato previsto almeno per il primo progetto, circa un anno per la costruzione. Facile, quindi, che si rimanga a Desio ancora un paio di stagioni.
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