Duemila piantine bruciate dal sole
Piazza Garibaldi è di nuovo un caso

Cantù Tre settimane di vita per il regalo ricevuto dalla città da parte dell’azienda agricola Marra. Innaffiatura vietata per l’ordinanza sulla siccità. Critiche da Fratelli d’Italia, Lavori in Corso e Pd

La legge, questa volta, è stata realmente uguale per tutti: i cittadini non possono annaffiare prati e piante nei propri giardini e il Comune ha fatto altrettanto. Risultato, le 2mila e 200 piantine fiorite messe a dimora in centro tre settimane fa, soprattutto quelle in piazza Garibaldi, per regalare un po’ di colore al salotto cittadino hanno avuto vita breve. Letteralmente arse dal sole.

L’occasione, chiedono le opposizioni, per ripensare seriamente e una volta per tutte il verde pubblico sul crinale, che da quasi vent’anni rappresenta un problema. Alla fine di giugno l’assessore all’Ambiente e al Decoro Urbano Antonio Metrangolo aveva annunciato la donazione da parte dell’azienda agricola Marra di oltre 2mila piante annuali per realizzare un percorso floreale che attraversasse il centro, da Pianella a piazza Volontari della Libertà. Oggi però di quelle begonie rosa e bianche resta il ricordo. La situazione della siccità si fa sempre più critica ed è in vigore l’ordinanza che vieta di usare acqua potabile per irrigare.

L’assessore e l’ex alleato

«Mi dispiace molto – commenta Antonio Metrangolo – ma c’è un’ordinanza molto chiara e soprattutto c’è una situazione gravissima legata alla siccità, quindi non si poteva fare altrimenti». Da subito si era limitata l’annaffiatura al minimo indispensabile, visto che già si raccomandavano limitazioni. «In una situazione del genere – continua – la priorità è garantire l’acqua alle persone, non alle aiuole. Speriamo che questo momento critico passi, poi decideremo come procedere».

Sembrano stare un po’ meglio le piante in alcune fioriere, come in via Dante: «Credo – prosegue Metrangolo – che qualche cittadino o qualche negoziante abbia annaffiato in autonomia. Ma devo ricordare che si tratta di un’azione vietata. Mi dispiace, ma non va assolutamente fatto».

Le attuali condizioni sono straordinarie per gravità, ma secondo il consigliere di Fratelli d’Italia Valeriano Maspero questo è solo l’ennesimo caso: «Il vero reato, qui, è la reiterazione. Già un mese fa l’erba era gialla, era tutto morto e pieno di infestanti. Perché si è deciso di piantarle ugualmente per poi lasciarle morire? Io approfitterei di quello che è accaduto per ripensare la piazza. E siccome sono uso a fare proposte concrete, se l’assessore volesse l’indirizzo di installatori di prato sintetico di alta qualità, difficilmente distinguibile da quello vero, sarò felice di fornirglielo».

Le opposizioni

Anche secondo Francesco Pavesi di Lavori in Corso occorre fare delle riflessioni: «Apprezzo il fatto che il Comune si sia posto nella medesima posizione del cittadino, anche se questo ha portato a dover lasciar seccare le piante. Noi abbiamo sempre gridato che quella piazza è infelice, e, anche se non ci auguriamo un’altra estate come questa, il tema di un utilizzo razionale dell’acqua in un’area esposta al sole e senz’ombra va affrontato seriamente, affidandosi a esperti e non a soluzioni tampone».

Lo pensa anche Antonio Pagani del Partito democratico: «Non era difficile immaginare che questa sarebbe stata una stagione critica. Dobbiamo essere speranzosi ma anche realisti e avere una visione che tenga conto del fatto che in futuro ci troveremo in situazioni differenti rispetto al passato, quindi occorre trovare soluzioni adatte anche con l’aiuto della tecnologia».

Silvia Cattaneo
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