Ecco il magazzino confiscato alla mafia: sarà inaugurato dal ministro dell’Interno

Cantù Mercoledì prossimo verrà aperta la struttura alla presenza di Matteo Piantedosi. Verrà intitolato agli agenti della scorta del giudice Falcone e ospiterà i servizi sociali

Gli uomini della scorta sono vittime della lotta alla mafia, mossi da coraggio e dedizione, i cui nomi troppo spesso sfuggono al ricordo.

Per questo l’amministrazione ha deciso di rendere loro doveroso omaggio, intitolando l’immobile che diventerà sede dell’Azienda Speciale Consortile Galliano agli uomini della Quarto Savona 15, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, uccisi con Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo nella strage di Capaci.

Immobile che verrà inaugurato la prossima settimana, mercoledì 26, in una cerimonia che vedrà grande partecipazione, a partire da quella, data ormai praticamente per certa, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Il magazzino di via Cesare Cantù era stato ricevuto nel 2002 dallo Stato, confiscato in base alle misure di prevenzione antimafia alla ’ndrangheta, dopo l’inchiesta nota come Fiori di San Vito. Qui traslocherà, a settembre, l’azienda Galliano, l’ente dei Comuni dell’Ambito Territoriale di Cantù per la gestione del Piano di Zona, che cinque anni fa ha dovuto lasciare la palazzina di via Cavour per problemi strutturali e da allora si trova a Villa Calvi. Uno spazio da 440 metri quadrati la cui ultima funzione è stata produttiva.

L’intervento di riqualificazione, per il quale Cantù ha ottenuto dalla Regione un contributo da 150mila euro, inizialmente prevedeva un investimento da 850mila, ma mentre i lavori proseguivano si è deciso di rifinanziarlo, di apportare modifiche per migliorare il risultato finale, arrivando a un milione.

Ora è tutto pronto per l’inaugurazione, che oltre alla presenza del ministro Piantedosi – e del sottosegretario all’Interno, il canturino Nicola Molteni – dovrebbe prevedere tra le altre anche quella del direttore dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Bruno Corda, già prefetto di Como. La giunta guidata dal sindaco Alice Galbiati ha avviato la richiesta di intitolazione, che avverrà in un secondo momento, ottenuto l’assenso dalla prefettura.

«Sono molto felice e orgoglioso di questo risultato – commenta l’assessore ai Lavori Pubblici e alla Legalità Maurizio Cattaneo – Questo immobile è stato confiscato oltre vent’anni fa, e oggi, finalmente, arriviamo a consegnarlo alla città. E’ il miglior segnale che possiamo dare contro la criminalità organizzata». Da qui la scelta di un’intitolazione carica di significato, alla scorta di Falcone. Nel 2021 la teca con i resti della Quarto Savona 15, l’auto su cui viaggiavano, la Fiat Croma blindata fatta esplodere a Capaci il 23 maggio 1992, era stata esposta in piazza Garibaldi.

«Un evento bellissimo – continua – che aveva visto la partecipazione di 50mila persone, molti ragazzi, studenti. Abbiamo ritenuto giusto dare dare un volto e un nome agli uomini delle scorte, che si sono sacrificati come i magistrati, con enorme senso del dovere, consapevoli del rischio che correvano e restando nell’ombra».

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