Finta ispezione e perquisizione
Condannati i falsi finanzieri

I due uomini accusati di aver fatto irruzione nella casa di un esercente di Mariano dovranno scontare rispettivamente tre e cinque anni

Condannati i finti finanzieri che, la mattina del Natale 2014, fecero irruzione nell’abitazione di un esercente di Mariano e simularono una perquisizione finita con una rapina da circa 500 euro.

Al tribunale di Como è terminato con una doppia condanna il processo a carico di Giacomo Pelliccia, 38 anni di Limbiate, e di Giuseppe Carpano, 44 anni, origini svizzere ma residente a Bovisio Masciago,. I due sono stati condannati rispettivamente a 5 anni di carcere il primo e a 3 anni il secondo. Aveva invece patteggiato una pena a 3 anni e 10 mesi il loro complice, Christian Serra, 43 anni di Robbio (Pavia).

L’inchiesta era scattata dopo che i carabinieri avevano trovato, nel corso del sopralluogo nell’abitazione dell’esercente di Mariano, un’impronta digitale riconducibile a Serra. Finito sotto accusa, l’uomo ammise le sue colpe e finì per tirare in ballo i suoi complici, una chiamata in correità che - però - non ha poi confermato in udienza, dove si è trincerato dietro la facoltà di non rispondere.

I difensori dei due imputati hanno chiesto, ieri, l’assoluzione sia per Pelliccia che per Carpano: da un lato proprio per la mancata conferma delle dichiarazioni di Serra, dall’altro alla luce del fatto che la vittima della rapina, nel corso dell’inchiesta, aveva indicato quale responsabile del colpo un’altra persona, la cui foto segnaletica gli era stata mostrata dai carabinieri.

Il Tribunale, però, ha accolto la richiesta di condanna del pubblico ministero, il quale dalla sua ha citato due circostanze. La prima: la mattina di Natale i telefonini sia di Pelliccia che di Carpano agganciavano la stessa cella di Mariano che copre pure l’abitazione dell’esercente rapinato.

La seconda: Giacomo Pelliccia, nell’agosto dello scorso anno, ha partecipato (secondo l’accusa) assieme a Serra a un furto compiuto nel gennaio precedente con modalità analoghe (una finta perquisizione da parte dei falsi finanzieri) terminato con un bottino da 85mila euro.


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