Cronaca / Cantù - Mariano
Giovedì 08 Ottobre 2015
Gli Eagles , il Varese
e la trasferta vietata
«Giusto, è a rischio»
Allarme violenzaParla il leader dei supporter canturini
Juary: «Mai pensato di andare allo stadio a Mariano»
«Capisco i timori: qualche ragazzino sparso può esserci»
Non ci stanno proprio gli Eagles, i tifosi della curva della Pallacanestro Cantù, a diventare il capro espiatorio del divieto di trasferta dei supporter del Varese a Mariano.
Una partita di Eccellenza che, secondo il direttivo del tifo organizzato del Pianella di Cucciago, nemmeno è mai stata nei pensieri dei supporter del basket. Vero: si comprende la decisione del prefetto di Como Bruno Corda di evitare in questo modo anche la presenza di “cani sciolti” di qualsiasi tifoseria.
Mentre si respinge con forza il disegno che vedrebbe una premeditazione dei tifosi del basket e del Calcio Como uniti contro Varese al centro sportivo di via per Cabiate. Fantascienza, si afferma sempre dagli Eagles, la possibilità che la gara di sabato avrebbe potuto essere, inoltre, un’occasione per pareggiare i conti di qualche eventuale sgarro con i non certo amati tifosi biancorossi.
I segnali
Eppure, i segnali arrivati a coloro che sono deputati alla sicurezza del territorio, è indubbio, ci sono stati. Dopodomani, sabato, giorno di Mariano-Varese, non ci saranno le gare della serie B del Como - spostate alla domenica per la partita della Nazionale e quindi l’assenza dei match di serie A - e nemmeno di basket, dato che Cantù-Sassari sarà lunedì.
Quindi, giornata libera per tanti tifosi, che avrebbero potuto quantomeno scaldare la voce in quel di Mariano. Ma a mettere in allerta la prefettura e le forze dell’ordine non sono state soltanto le giornate in bianco sul calendario, ma anche alcune indicazioni arrivate dai forum del tifo, dove ciascuno è libero di dire quel che meglio crede, e non solo.
La posizione
Rappresentativo è senz’altro Francesco “Juary” Morabito, direttivo Eagles, il quale sottolinea il punto di vista dei supporter della curva del basket. «Giusto che ci sia attenzione in materia di sicurezza, perché quando ci sono tifoserie rivali comunque ci possono essere presenze estranee al tifo organizzato - dice Juary - quindi si può capire la decisione della prefettura. Ma da qui a poter pensare a qualcosa di premeditato delle tifoserie, assolutamente no. Smentisco categoricamente, anche a nome del direttivo, che si sia soltanto pensata un’idea simile. Nel modo più assoluto».
D’accordo che Cantù e Como, invece, da sempre vivano una forte rivalità con Varese. «E questo non si può proprio negare - dice Juary - si tratta però di comprensibile campanilismo, non certo di chissà quali scenari da hooligans. Con tutto rispetto per il Mariano, è più facile però che si vada a vedere il Como. Questo succede. E se le tifoserie di calcio e basket possono essere in buoni rapporti, questo non significa che si mettano a studiare chissà quali strategie. Purtroppo, a essere tifosi, si rischia già abbastanza nelle gare della propria squadra. Andare a rischiare chissà cosa su altri campi è insensato».
Il che non significa che, a qualcuno di non allineato alla posizione ufficiale, sia venuto in mente di farsi un giro a Mariano. Ma questo esula da qualsiasi potere del tifo organizzato. Motivo per cui ha un senso il divieto di trasferta della prefettura di Como. Si è anche parlato, nelle stanze che contano, di un episodio avvenuto in passato.
Che altro non sarebbe che una scritta vergata parzialmente nelle vicinanza di un noto bar del tifo biancoblù. Pensare quindi a un’occasione per vendicarsi in quel di Mariano, sempre per i tifosi, sarebbe allucinante.
Ma non si può nemmeno dimenticare che esistono anche i liberi battitori. Pronti a muoversi per conto proprio in nome di qualsiasi cosa.n
Christian Galimberti
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