Impresa riuscita
La croce canturina
su Punta Dufour

Grazie a un elicottero è stata collocata dove c’era quella posta nel 1964 e poi vandalizzata. «Unisce la gente del Monte Rosa alla nostra»

Con un brindisi in alta quota, le guide alpine del Monte Rosa hanno salutato l’impresa di riportare, con il contributo di un elicottero, a 4. 634 metri, la croce che Cantù ha realizzato per la Punta Dufour.

Proprio sul lato della montagna - ma sembra molto difficile arrivare a notare il particolare nel bianco del massiccio - visibile, nella Città del Mobile, da piazza Garibaldi. Un’operazione voluta dopo che un vandalismo alpino, nel 2018 - tesi confermata ora dai canturini - aveva lasciato la montagna priva del simbolo originale, realizzato e portato in quota, all’epoca, nel 1964, dal Gruppo Edelweiss Amici della Montagna dell’oratorio di San Paolo.

A darne notizia, l’architetto Carlo Marelli, progettista e lui stesso alpinista, tra coloro che negli Anni Sessanta compirono l’impresa allora definita come eroica.

Oggi: un’operazione articolata, non semplice, che ha richiesto precisione. Un mercoledì da segnare sul calendario. «Alle 11 - riferisce Marelli poco dopo il successo dell’operazione - l’elicottero ha trasportato la croce in cima. Ad attenderla c’erano le guide di Alagna, Champoluc, Macugnaga, Gressoney, raggiunte dalle guide svizzere dell’Air-Zermatt. La croce è stata inserita negli ancoraggi, portati in quota con una precedente spedizione, venerdì. L’elicottero, in quell’occasione, aveva portato prima due guide, per allontanare gli alpinisti, e tornato, aveva scaricato altre due guide. Tutte e quattro avevano proceduto con le operazioni di foratura. È una croce che unisce la gente del Monte Rosa e quella di Cantù».

Quanto alla prima croce: «Un atto vandalico - dice Marelli - è stata strappata. C’erano i chiodi e le viti ancora attaccati alla roccia. Un chiodo l’abbiamo anche recuperato».

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