La nuova giunta tra veti e lacrime
Scelto Pettignano, manca una donna

Altro stop al ripescaggio di Veronelli, strada spianata per l’ex consigliere

E ora il sindaco cerca un assessore in rosa che avrà superpoteri

Veti, controveti, lacrime, ripensamenti, mal di pancia, accuse e qualche veleno. Pronti, via. Anzi, no perché il sindaco Mario Landriscina, a sei giorni dal gong del primo consiglio comunale, non ha ancora completato la sua squadra.

Otto assessori, sei già decisi e due caselle vuote. Anzi, meglio, una perché al termine del vertice di ieri sera, Forza Italia il suo uomo per ora lo ha deciso. Il nome - quello di Francesco Pettignano - non è esattamente quello che Landriscina avrebbe schierato nel suo dream team ma come si fa a dire di no? Avrà deleghe minori, un posto da assessore non si poteva però negare al vice coordinatore cittadino del partito, tanti anni di consiglio comunale alle spalle e tanti voti in virtù, pare, anche dell’appoggio e dell’amicizia di Gianluca Rinaldin.

Tutto semplice? Macché, la scelta, in casa forzista, è stata lunga e tormentata. E, ancora ieri, è stata vagliata e soppesata la possibilità di un clamoroso ripescaggio di Anna Veronelli.

In giornata, Landriscina ha detto l’ennesimo no, i rumor sono rientrati e Veronelli dovrà “accontentarsi” della presidenza del consiglio comunale.

Veronelli sarebbe stata la quadratura del cerchio: avrebbe potuto farsi carico delle deleghe pesanti (opere pubbliche e viabilità). L’ingresso di una donna, inoltre, avrebbe permesso al sindaco di inserire nella squadra Franco Brenna, esterno (candidato ma non eletto), profilo ideale magari per la Cultura. Lo scenario cambia con Pettignano: fuori gioco Brenna (per statuto servono almeno tre presenze femminili), aperta la caccia (se ne sta occupando direttamente il sindaco) a un tecnico (donna) capace di farsi carico delle deleghe lasciate da Gerosa e Spallino. Un superassessore - da sé peserà più di tutto il resto della squadra messo insieme – di religiosa fedeltà al sindaco che, in questo modo, conta di tenere al suo posto l’invadenza dei partiti.

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