L’epidemia corre anche nel Comasco
Donna di 54 anni fra i 13 morti in più

Altri 56 contagi tra mercoledì e giovedì 19 marzo, il totale dei malati sale a 338 - La signora, una delle vittime più giovani, era di Inverigo

Como

Tredici deceduti e 56 nuovi contagi certificati. È il bollettino delle ultime 24 ore, che anche in provincia di Como fa segnare un’ulteriore crescita nella diffusione del coronavirus, al contempo gelando le speranze di chi confidava che attorno al decimo giorno di semi chiusura qualche frutto si sarebbe intravisto. E invece no.

Purtroppo l’elenco dei morti si allunga, e con esso lo spettro di quanto sta accadendo nelle province di Bergamo, Brescia e Milano, dove sempre ieri si è registrato un incremento importante dei dati. «I dati oggi sono altalenanti. Alcuni sono positivi, altri in forte crescita», ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, che ha cosi spiegato come i casi positivi in Lombardia siano saliti ieri a quota 19.884, 2171 più di mercoledì; i ricoveri in ospedale sono 7.387, 182 più di ieri, a cui si aggiungono i pazienti in terapia intensiva, che sono arrivati a 1.006, 82 in più di ieri. «Abbiamo 1250 posti di terapia intensiva circa, speriamo che i respiratori arrivino presto» ha detto Gallera. I decessi sono arrivati a quota 2.168, 209 più di ieri.

In provincia di Como si sono contati - tra ospedale Valduce e ospedale Sant’Anna, in un contesto in cui diventa sempre più difficile tenere conto di anagrafe e domicilio - 13morti, tra cui i Comuni di Como, Fino Mornasco, Cernobbio, San Siro, Sala Comacina, Casnate con Bernate, Lambrugo, Mariano Comense, Lipomo, Montorfano, Turate.

A Inverigo è mancata una signora di 54 anni, il terzo lutto al tempo del virus per il Comune. La donna risultava residente nella frazione di Cremnago.

L’altro giorno era toccato ad un uomo di 80 anni. Il triste bilancio sale a tre, inserendo anche Madre Maria Ortensia (al secolo Anna Turati), morta nell’ospedale di Tortona, ma nata a Romanò 88 anni fa. La signora scomparsa ieri era ricoverata da alcuni giorni all’ospedale Sant’Anna di Como, dove il suo cuore ha smesso di battere.

Nello stesso nosocomio attualmente è degente anche il marito. Era affetta da altre patologie, ma il virus ha fatto precipitare il quadro clinico. Colpiscono la giovane età ed anche il sesso, visto che la stragrande maggioranza dei casi di decesso, ha finora interessato individui di sesso maschile. Come il signore di 80 anni, scomparso l’altro giorno, il primo inverighese. Complessivamente sono undici le persone colpite dal virus in paese, comprese le due decedute. A stilare il triste bilancio è il sindaco Giorgio Ape, che lancia un appello ai suoi concittadini.

«Torno ad invitare la popolazione a restare in casa, almeno sino alla fine della prossima settimana - ha ribadito ieri il sindaco di Inverigo -. Purtroppo ci sono ancora troppe persone in giro, per motivi futili. Ho fatto una “ronda” di un’ora l’altra mattina ed ho dovuto invitare una quindicina di persone a rientrare a casa. C’era chi andava a fare la spesa con tutta la famiglia; chi portava il cane e si fermava a parlare con altre persone; chi faceva jogging».

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