L’OMICIDIO DI CARUGO
La conferma dalle perizie
Non volevano ucciderlo
«Spari diretti alle gambe»

Gli accertamenti balistici confermano: «Avevano solo l’intenzione di ferirlo»

Gli investigatori: «Soluzione lontana». Il mistero resta fittissimo

Tra Carugo e Verano Brianza, dove ancora vivono il figlio maggiore e la prima moglie, è tutto un gran rimestare tra pettegolezzi, contratti di lavoro, divorzi, amicizie. Ma a 48 ore dall’omicidio di Alfio Vittorio Molteni, 58 anni, di professione architetto, freddato mercoledì sera sul cancello di casa, non c’è davvero nulla di certo, se non la morte.

Tra gli uffici della Procura e quelli dei comandi dell’Arma di Cantù e di Como si ascoltano familiari, parenti, collaboratori, mentre i primi accertamenti sulla salma, rimasta all’ospedale Sant’Antonio Abate, confermano le impressioni delle prime ore. I due colpi contro Molteni sono stati esplosi da qualcuno che voleva soltanto ferirlo, anzi: “gambizzarlo”. Colpi esplosi da distanza ravvicinata, dall’alto verso il basso, senza poter prevedere che uno dei due lo avrebbe centrato all’addome mentre l’architetto cadeva, e lo avrebbe probabilmente ucciso.

Dimenticata in area industriale

Doveva in altre parole essere la quarta tappa, la più feroce, di quel crescendo di minacce e violenze inaugurato con l’incendio dell’auto lo scorso maggio e poi proseguito con i colpi di pistola contro casa e con il lancio, attraverso una finestra dell’abitazione di via Garibaldi, di una bottiglia Molotov. La più feroce, ma non quella mortale. L

Per il momento si può escludere che siano professionisti, non tanto (o non solo) per come abbiano sparato (malissimo, se è vero che le loro intenzioni erano altre) quanto piuttosto per il fatto che se ne siano andati in fretta e furia a bordo del primo automezzo che hanno trovato, la Volkswagen di Federico, figlio 26enne della vittima, auto poi ritrovata a Paderno Dugnano.

Un killer professionista, uno che abbia pianificato un agguato mortale, non se ne va, ovviamente, con la macchina della vittima, a meno che non sia un mezzo dilettante del crimine, che è poi un po’ quello che pensano in Procura.

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