Mariano, un parco ricorda
le vite spezzate di Claudio e Teresa

Cerimonia commossa ieri in via Kennedy: «Mia cugina sarebbe contenta, amava i bambini». La madre del piccolo albanese: «La mia vita è un ergastolo»

La speranza è che al tempo del dolore succeda quello del ricordo grato. Che ai bambini che un giorno chiederanno chi fossero Teresa e Claudio si risponda che erano due persone tanto meravigliose che la città ha voluto dedicare loro un luogo di gioia.

È stata un cerimonia semplice ma colma di emozione quella che ieri ha visto intitolare alla memoria di Teresa Lanfranconi e del piccolo Claudio Hoxha il nuovo parco giochi in via Kennedy. Due vie spezzate troppo presto dal male che alberga nell’uomo: lei aveva 16 anni quando venne aggredita e uccisa nel 2003, lui solamente 8 nel 2000 quando venne ritrovato morto, colpevole un vicino di casa di 17 anni.

All’ingresso dello spazio verde recuperato poco più di un anno fa al centro dell’area del mercato una targa li ricorda: «Condividiamo gioie e dolori per costruire insieme una comunità unita, sana, innamorata del futuro. Lo dobbiamo a loro, a noi stessi, ai nostri figli».

Un’intitolazione che è nata dal basso, poiché la proposta è scaturita sulla pagina Facebook «Sei di Mariano Comense se…», poi il Comune ha deciso di condividerla e farla propria. Presenti i rappresentanti dell’amministrazione, sindaco Giovanni Marchisio in testa, e i familiari.

«Non avrebbe potuto esserci posto migliore per ricordarla», ha sottolineato la cugina di Teresa, Simona Cappellini, bella e bionda come lo era lei. Ha parlato, commossa, a nome dei propri cari, compreso il padre della giovane, sottolineando quanto Teresa amasse i bambini e stare con gli amici, così giovane eppure già aveva compreso che la vita richiede serietà ma anche leggerezza, che va vissuta e non subita, che gli amici meritano dedizione e lealtà. Domenica scorsa avrebbe compiuto trent’anni quella ragazzina «schietta, sincera, forte e determinata».

Non è riuscita a trattenere i singhiozzi Anila Bizhdili, la madre di Claudio: «Vi ringrazio, avete fatto una bellissima cosa. Grazie, grazie, grazie, perché queste sono due persone che non possono morire. Un essere umano può morire, ma il suo ricordo rimane, e questo è splendido». E non ha nascosto che «per una madre, dopo che seppellisce un figlio, la vita è un ergastolo».

Il sindaco Marchisio si è augurato che questo parco possa essere vissuto dalla comunità, «partiamo da qui per diventare una comunità sempre più unita – l’invito -. Vedo la determinazione di non mollare, e la voglia di guardare a Mariano sempre più come a una città viva e bella. Sfruttiamo ogni occasione perché diventi una città che guarda al futuro». Poi sono seguite le note di Sergio Zafarana.

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