Morosi in mensa a Mariano
«Non è colpa dei bimbi»

Le minoranze sono contro l’esclusione di chi non pagherà gli arretrati dal 13 gennaio: «Andremo davanti alle scuole e fino in Regione dal garante per l’infanzia»

A distanza di una settimana dal ritorno sui banchi di scuola di centinaia di studenti, il diktat lanciato dalla giunta guidata dal sindaco Giovanni Alberti, «niente mensa ai morosi», infiamma il dibattito politico.

Non certo per una marcia indietro da parte dell’amministrazione: piuttosto per la scelta delle minoranze di scendere in campo per chiedere la revoca del provvedimento, non solo organizzando delle proteste fuori dagli istituti, ma anche presentando una formale denuncia al Garante dell’Infanzia della Regione Lombardia.

«Sulla scorta delle lettere di sollecito inviate dall’ente alle famiglie morose, azione che segna l’avvio del provvedimento, in prima persona invierò una nota al garante dell’infanzia regionale» spiega il capogruppo di Mariano 2.0, Simone Conti.

«Se a gennaio qualcuno dovesse rimanere fuori dal servizio, e non per volontà dei genitori, sarebbe una sconfitta per tutti - motiva la propria decisione -. Soprattutto, per gli amministratori che dovrebbero intendere la mensa come un servizio di utilità pubblica essenziale per costruire una comunità giusta. Ma così non lo intendono».

Dura anche la linea del Movimento Cinque Stelle. «Faremo azioni dimostrative davanti alle scuole chiamando a raccolta chi ritiene che i bambini devono essere tutelati dallo Stato» dice con forza la portavoce Carmen Colomo.

Toccate dal provvedimento sono poco più di 600 famiglie che ora hanno tempo fino al 30 novembre per saldare il dovuto (in un’unica soluzione per chi ha fino 100 euro di debito, in più rate per chi ha debiti maggiori). In caso contrario il servizio dal 13 gennaio sarà sospeso per i figli degli insolventi.

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