Odissea per il telefono
Attesa di due mesi a Cantù

Disavventure La vicenda di una signora canturina

Quasi due mesi senza linea telefonica. E quindi, senza Internet. Nonostante serva per lavoro, e per studiare. Eppure, in nove diversi appuntamenti presi con i tecnici, in cui spesso non si è presentato nessuno, non è mai stato possibile risolvere il problema.

«Mi è sempre stato detto, di volta in volta, che la linea era allacciata alla cabina sbagliata. Senza mai risolvere il problema». È esasperata, Assunta Conte. Per quello che sembra un problema impossibile da risolvere. «Proprio un attimo fa - le sue parole, nel primo pomeriggio di ieri - al centralino mi hanno appena attaccato il telefono in faccia».

E’ un’odissea che ha come data di inizio il 17 dicembre scorso. Il giorno del primo appuntamento, dopo un trasloco, da Cantù a Cantù. Per la precisione, la nuova abitazione della signora Conte si trova in zona Cantù Asnago. «Al primo appuntamento con i tecnici non si è presentato nessuno - dice la signora - mi è arrivata una chiamata, dicendomi: “E’ stato fatto il lavoro sull’armadio sbagliato, la ricontatteranno per un altro appuntamento”. Altro appuntamento. Niente: il tecnico non è venuto di persona, ma mi ha chiamato. Per dirmi, di nuovo: “Hanno fatto il lavoro sull’armadio sbagliato. E comunque non c’è posto per il suo attacco”».

Un mantra che si ripete senza che nessuno riesca a mettere mano, concretamente, al problema. «Vengo contattata nuovamente dalla Tim e, per tre volte, tre appuntamenti, non si presenta nessuno. Io qui, ad aspettare. Al sesto appuntamento arriva una ditta esterna e, per la prima volta, il personale viene in casa per valutare l’allacciamento, scova nelle vicinanze l’armadio giusto e cosa dice? “Hanno fatto il lavoro sull’armadio sbagliato”».

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